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    Coronavirus, annunciato il nuovo Dpcm: ecco cosa prevede. Le nuove strette

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 18 Ott. 2020 alle 21:52 Aggiornato il 18 Ott. 2020 alle 22:38

    Coronavirus, cosa prevede il nuovo Dpcm del 18 ottobre: le nuove strette

    Il peggioramento costante ed esponenziale della curva dei contagi da Coronavirus in Italia ha costretto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a emanare un nuovo Dpcm, che comprende ulteriori restrizioni. Il provvedimento è stato annunciato nella serata di oggi, domenica 18 ottobre 2020, tramite una conferenza stampa del premier e sarà in vigore da domani. Ma cosa prevede il nuovo Dpcm? Vediamolo insieme.

    Il Dpcm contiene una decisa stretta per limitare gli assembramenti e ridurre le occasioni di incontro, anche in casa, tra molte persone. Dopo lunghe discussioni, la chiusura anticipata di bar e ristoranti rimane alle 24, ma con degli accorgimenti per evitare che i locali riaprano poco dopo come successo in questi giorni: si può riaprire infatti soltanto alle 5. Per i bar, i pub e altri locali viene anticipato alle 18 lo stop alla vendita non al tavolo. Ma non solo: ci sarà un limite massimo al numero di persone che possono sedersi a un tavolo, ovvero 6. Sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, come anche la ristorazione con asporto fino alle 24, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. I sindaci potranno disporre la chiusura dalle ore 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l’accesso solo a chi deve tornare a casa o andare nelle attività commerciali.

    Rimane consentita l’apertura di palestre e piscine, centri e circoli sportivi, solo se viene assicurato il distanziamento e l’assenza di assembramenti. “Daremo una settimana – ha detto Conte – alle palestre e alle piscine per adeguarsi davvero alle norme anti-contagio. Se così sarà, e verificheremo, non ci sarà motivo di chiudere le palestre. Altrimenti settimana prossima saremo costretti a sospendere anche quell’attività”. Per quanto riguarda gli sport di contatto, “l’attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e non sono consentite gare e competizioni”. Previsto quindi lo stop agli sport dilettantistici di squadra.

    Sul tema scuola, le scuole secondarie dovranno adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9”.

    Previsto inoltre lo stop a sagre e fiere locali. Il Dpcm impone inoltre alla pubblica amministrazione di far lavorare i dipendenti in smart working al 75 per cento. Forte raccomandazione a seguire questa regola anche alle aziende private. Sospese, inoltre, le riunioni in presenza: spazio alle videoconferenze.

    Questi, in sintesi, i principali provvedimenti:

    Le anticipazioni degli ultimi giorni

    Il nuovo Dpcm è arrivato al termine di un paio di giorni di confronto serrato tra il Governo e i capidelegazione, le Regioni, gli Enti locali e il Comitato tecnico scientifico. L’obiettivo del provvedimento è quello di contenere la crescita dei contagi da Covid-19, che in questi ultimi giorni hanno raggiunto quote record in quanto a nuovi casi, seppur con moltissimi più tamponi quotidiani rispetto alla prima ondata.

    Secondo le anticipazioni, il Dpcm dovrebbe contenere a proroga della Cig o le nuove regole per lo smart working nella pubblica amministrazione. Alla vigilia, sembrava improbabile l’ipotesi del coprifuoco dalle ore 22, mentre conferme erano arrivate sullo stop agli sport di contatto a tutti i livelli, su limitazioni per le piscine, orari di ingresso scaglionati per le scuole, l’incremento dello smart working al 75% e un abbassamento della capienza consentita del trasporto pubblico.

    La mela della discordia, su cui l’esecutivo e gli altri enti si sono confrontati a lungo, riguardava la chiusura ancora più anticipata di bar e ristoranti (già prevista a mezzanotte, nonostante molti gestori di locali abbiano trovato il modo di aggirare le norme). Inoltre, si è discusso anche sull’eventuale chiusura delle palestre, dei parrucchieri e dei centri estetici.

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