La situazione politica italiana sembra a me molto incerta, transitoria. Sono convinto che molti leader di partito non sanno bene che pesci prendere. Dalla caduta del governo Conte II è nata per iniziativa del presidente Mattarella una nuova stagione di governo, con Draghi premier. Il lavoro svolto da Draghi in questi mesi è stato importantissimo. La sua autorevolezza, il suo prestigio e la sua competenza hanno creato un clima di simpatia verso l’Italia da parte del contesto internazionale. Il premier ha proseguito, implementandola ulteriormente, la campagna vaccinale. Secondo un’ispirazione che fu di Conte: massima allerta circa la sicurezza, provvedimenti di restrizione misurati al parere della stragrande maggioranza della comunità scientifica. Infine, non vi è dubbio; la preparazione dei progetti e i meccanismi di spesa circa i fondi europei sono andati avanti con speditezza e lungimiranza.
Il Pd si è mosso con sagacia, ottenendo risultati eccellenti. Oggi, tuttavia, siamo oggettivamente pressati da nuovi problemi. Il governo Draghi è stato ed è un governo di emergenza, di unità nazionale, del Presidente, incaricato di portare fino in fondo una precisa missione. È del tutto evidente che un governo con una così larga maggioranza presenti costantemente, e soprattutto dopo un anno di vita, conflittualità e contraddizioni interne. Lo si è visto ogni giorno: sulle misure di sicurezza e il green pass, sul reddito di cittadinanza, sulla quota cento, sulla visione internazionale. Di fronte a questo quadro dobbiamo evitare due risposte sbagliate.