Poveri partiti. Il piatto delle nomine pubbliche è stato sempre uno dei più prelibati per loro ma stavolta rischiano di restare a bocca asciutta. Le scelte per i top manager di Cdp, Ferrovie e Rai saranno più o meno contemporanee; il tavolo politico finale con Mario Draghi sarà unico e a quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi l’idea è di chiudere l’intero “pacchetto” nella prima settimana di giugno.
Ma andiamo con ordine. Al momento, per quanto riguarda Cdp, sta tornando prepotentemente in ballo l’ipotesi Scannapieco Ad, nome fortemente sostenuto da Draghi in persona anche se Palermo non demorde e sta resistendo forte dell’appoggio di Luigi Di Maio. Per il posto di presidente, invece, è in pista Massolo.
Capitolo Ferrovie: sono diventate uno dei “bocconi” più ambiti visto che all’azienda arriveranno 28 miliardi di euro dal Recovery Plan per nuovi investimenti; qui la novità di queste ultime ore è clamorosa perché il nome al quale sta guardando Palazzo Chigi come capo azienda è quello di Paolo Scaroni, una scelta voluta direttamente da Mario Draghi.
Infine la Rai: per l’AD è sempre forte il nome dell’interno Ciannamea spinto dalla Lega (ma non solo); in alternativa ci sono due donne “esterne” Elisabetta Ripa (numero uno Open Fiber) e Laura Cioli (ex Sky e Gedi); per la Presidenza (che deve raccogliere il voto dei 2/ 3 della Vigilanza) il lavoro dei cacciatori di teste di Egon Zehnder è vincolato dall’esame dei curricula presentati alla selezione pubblica (e consultabili sul sito del Senato) dove sono nettamente prevalenti quelli di Mauro Masi e di Francesca Bria (ma per lei, stimatissima da Enrico Letta, si parla anche di un posto in Cda in quota Pd).
Last but not least, come già indicato da Tpi in tempi non sospetti, nella grande partita della nomine pubbliche potrebbe entrare anche Leonardo. Nei palazzi del potere si parla di una possibile uscita di scena da parte dell’Ad Alessandro Profumo.
Leggi anche: Nomine Rai, Draghi pronto a intervenire se i partiti non sceglieranno figure all’altezza