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    Nomine ministri, tensione Berlusconi-Meloni su Ronzulli. Il Cavaliere risentito: “Giorgia arrogante con noi”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 10 Ott. 2022 alle 14:19 Aggiornato il 10 Ott. 2022 alle 14:20

    Un Berlusconi offeso e irritato e una Meloni determinata e poco aperta al dialogo: questo è il quadro che emerge nelle ultime ore anche dal retroscena che fa il Corriere dei rapporti decisamente tesi tra la premier in pectore e gli alleati di Forza Italia.

    Al centro dei dissapori ci sarebbe il caso Ronzulli. Insomma, rientrata l’emergenza Lega ora è Forza Italia a battere cassa per un ministero. Berlusconi finora ha fatto due nomi, due punti fermi delle sue richieste: Tajani e Ronzulli. E considera pari le due candidature. Per Giorgia Meloni invece fra l’ex presidente del Parlamento europeo e il resto dei nomi che ha in testa il Cavaliere c’è una considerevole distanza. Tanto che Tajani è ancora candidato ad andare agli Esteri, o in un ministero di prima fascia, mentre sul ministero della Salute, che “il presidente voleva per Licia — raccontano dentro il partito — non ci sono più margini, ormai è acclarato che non andrà a noi”.

    Sugli altri esponenti azzurri che entreranno nel governo le cose si chiariranno meglio quando la presidente di FdI avrà scoperto le sue carte indicando con esattezza quali altri posti ritiene disponibili per gli azzurri. Nella lista che avrebbe in testa Berlusconi finora sono circolati anche i nomi di Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo e Paolo Sist o, ma molto dipenderà da come verrà risolta la vicenda più spinosa e poi dai posti realmente contendibili nell’esecutivo.

    In ogni caso al momento quello che si è registrato dopo la visita di Meloni ad Arcore, la seconda nel giro di pochi giorni, è un vero e proprio cortocircuito. Ad un livello di tensione tale che Ronzulli avrebbe suggerito a Berlusconi di chiedere per sé stesso, e non per Tajani, il posto di ministro degli Esteri.

    Da un parte c’è Berlusconi, secondo cui “fra alleati non possono esistere veti o pregiudiziali”, dall’altra c’è Meloni, ben ferma nel far capire che non accetta ricatti. Vuole un governo di alto profilo e competenze e, secondo la futura premier, in questi criteri non sembra rientrare la Ronzulli per ottenere un ministero di peso.

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