No Tav contro Conte: “Possiamo essere molto pericolosi”
I No Tav sono “insorti” contro il premier Conte, che ieri ha preso una chiara posizione a favore dell’Alta Velocità Torino-Lione.
Il premier Conte “dimostra di non conoscere la determinazione del movimento No Tav”, scrivono gli attivisti in queste ore.
Il presidente del Consiglio “sa che la Torino-Lyon non serve a nulla”, “sa che si creerà un problema di ordine pubblico”, “ha ben chiaro” che “perderà tanti voti e rispetto politico” ma “non conosce la determinazione del movimento No Tav”, si legge nel messaggio che circola nei canali vicini al movimento.
Alberto Perino, storico leader No Tav in Val Susa, citato da Repubblica: “La tensione in Valle c’è sempre stata e la decisione del premier Conte non cambia niente nemmeno da quel punto di vista. Quello che però voglio dire a tutti è che facciano attenzione perché se pensano di inasprire le sanzioni e la repressione fanno un grande errore. Se vogliono fare dei martiri in Valle si ricordino che i martiri possono essere molto pericolosi”.
Nella giornata di ieri, il premier Conte aveva detto: “I fondi europei sono soltanto per il Tav, non realizzarlo costerebbe molto più che completarlo. Lo dico pensando all’interesse nazionale, unica stella polare di questo governo. Questa è la decisione del governo, ferma restando la sovranità del Parlamento”, ha dichiarato Conte nella serata di martedì 23 luglio in una diretta video su Facebook.
Una svolta del governo: lo stesso premier il 7 marzo scorso aveva spiegato di essere personalmente contrario alla realizzazione dell’opera, su cui pesa un forte contrasto tra le due forze che reggono la maggioranza (il M5S è notoriamente contrario, mentre la Lega la appoggia).
“La decisione di non realizzare l’opera non comporterebbe solo la perdita dei finanziamenti, ma anche tutte le conseguenze con la Francia. L’impatto finanziario per l’Italia è destinato a cambiare per l’apporto della Unione europea e potrebbe ulteriormente ridursi con la Francia”, ha detto Conte, scatenando la reazione contraria di Di Maio.
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