Moscopoli, è una giornalista russa la donna sentita dai pm
Moscopoli, l’inchiesta sui fondi russi alla Lega, torna a far discutere. Ci sono infatti nuovi testimoni per l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e portata avanti dai pm Sergio Spadaro, Donata Costa e Gaetano Ruta che ha al centro la presunta trattativa all’hotel Metropol di Mosca tra l’ex portavoce di Salvini e presidente dell’associazione Lombardia Russia Gianluca Savoini, l’avvocato Gianluca Meranda e il consulente bancario Francesco Vannucci, seduti allo stesso tavolocon tre russi per portare a termine una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto portare 65 milioni di dollari nelle casse della Lega.
In particolare è stata sentita dai pm una giornalista russa della Tass: Irina Aleksandrova.
Moscopoli, continuano le indagini: giornalista russa come teste
È proprio la giornalista che appare accanto a Matteo Salvini, il 16 luglio 2018, nel corso della conferenza stampa che il leader della Lega tiene a Mosca, successiva a una serie di incontri dell’allora ministro dell’Interno.
Tra questi, quello coi rappresentanti del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Federazione Russa, Yuri Averyanov e Aleksander Venediktov.
La professionista è stata ascoltata, alla presenza di due dei sostituti procuratori e con i militari della Guardia di Finanza. Il verbale è stato secretato, ma gli investigatori intendono ricostruire incontri e movimenti della delegazione leghista a Mosca, che si muoveva al seguito di Salvini e di cui faceva ovviamente parte anche Savoini.
“Matteo Salvini era in diretta da Mosca dalla sede dell’agenzia Tass – annunciavano i profili social dell’associazione Lombardia Russia, il 16 luglio 2018 – A fine conferenza stampa l’amica giornalista della Tass ringrazia il Presidente di Lombarida Russia per aver organizzato l’incontro”.
Moscopoli, cosa ha detto la Cassazione
È di metà dicembre il pronunciamento della Cassazione che ha ribadito quanto già stabilito dal Tribunale del Riesame, ovvero che i sequestri di cellulari e altro materiale fatti a Savoini erano legittimi e che la conversazione registrata al Metropol è autentica.
Intanto, nuovi file audio delle telefonate registrate nel cellulare di Gianluca Meranda sono intanto al vaglio dei magistrati.
L’inchiesta, emersa a luglio, ha al centro la presunta trattativa che avrebbe avuto lo scopo di rimpinguare con 65 milioni di dollari le casse della Lega: tutto si basa sull’audio registrato da uno dei partecipanti a quell’incontro del 18 ottobre 2018.