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    Il ministro Valditara scrive agli studenti per celebrare la fine del comunismo. Anpi e Pd: “Ministro della Propaganda”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 10 Nov. 2022 alle 15:09 Aggiornato il 10 Nov. 2022 alle 15:10

    “La caduta del Muro, se pure non segna la fine del comunismo – al quale continua a richiamarsi ancora oggi, fra gli altri paesi, la Repubblica Popolare Cinese – ne dimostra tuttavia l’esito drammaticamente fallimentare e ne determina l’espulsione dal Vecchio Continente”, così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara nella lettera/circolare inviata agli studenti il 9 novembre in occasione dell’anniversario della caduta del muro di Berlino.

    Il neo ministro dell’Istruzione, attraverso la lettera, ha voluto ricordare una festa introdotta negli Stati Uniti, nel 2001, da George W. Bush, ripresa quattro anni dopo dall’allora premier Silvio Berlusconi, ma mai veramente celebrata in Italia, salvo alcune eccezioni. La cosiddetta “festa della libertà” invece, secondo Valditara, serve a spiegare che il comunismo “nasce come una grande utopia, sogno di una rivoluzione radicale che sradichi l’umanità dai suoi limiti storici e la proietti verso un futuro di uguaglianza, libertà, felicità assolute e perfette” ma “si converte inevitabilmente in un incubo altrettanto grande: la sua realizzazione concreta comporta ovunque annientamento delle libertà individuali, persecuzioni, povertà, morte”.

    “Il crollo del Muro di Berlino segna il fallimento definitivo dell’utopia rivoluzionaria. E non può che essere, allora, una festa della nostra liberaldemocrazia. Un ordine politico e sociale imperfetto, pieno com’è di contraddizioni, bisognoso ogni giorno di essere reinventato e ricostruito. E tuttavia, l’unico ordine politico e sociale che possa dare ragionevoli garanzie che umanità, giustizia, libertà, verità non siano mai subordinate ad alcun altro scopo, sia esso nobile o ignobile. Per tutto questo il Parlamento italiano ha istituito il 9 novembre la “Giornata della libertà“, conclude Valditara nella circolare.

    L’iniziativa del ministro ha attirato le critiche di sindacati degli insegnanti e associazioni, tra cui l’Anpi. “Con tutto il rispetto per il ministro, la lettera è faziosa e piena di rimozioni”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione dei partigiani Gianfranco Pagliarulo, che, in un’intervista al Domani, ha definito la circolare un “manifesto anticomunista di destra”. Per Francesco Sinopoli della Flc Cgil “la lettera di Valditara è da Minculpop” e le “lezioni di storia spettano ai docenti, non certo al ministro”. “Alla denominazione ‘merito’, da oggi bisogna aggiungere “e della propaganda”. Come altro definire il ministero dell’Istruzione dopo la lettera fuori luogo inviata da Valditara alle scuole con una lettura strumentale della caduta del Muro di Berlino? Ma perché il ministro non si occupa di scuola?”, ha scritto la capogruppo del Pd in Senato Simona Malpezzi su Twitter

    In una replica a Repubblica, il ministro in quota Lega ha dichiarato di “non accettare lezioni da nessuno”, in quanto “figlio di partigiano della Brigata Garibaldi”, e che “ci sono tante giornate e in ciascuna si celebra un evento di particolare rilievo: il 27 gennaio la liberazione del campo concentramento di Auschwitz dal mostro dell’antisemitismo, il 25 aprile la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e il 9 novembre la liberazione dell’Europa dal comunismo”. Anche la premier Giorgia Meloni ha ricordato “la festa della libertà” con un videomessaggio.

     

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