Migranti: Asso Trenta è in acque italiane, al largo di Pozzallo
Si sono concluse nel porto di Pozzallo le operazioni di sbarco dei 151 migranti soccorsi al largo delle coste libiche dalla nave Asso Trenta, che opera come supporto alle piattaforme petrolifere nel Canale di Sicilia.
Tra i profughi, in gran parte provenienti da paesi dell’area subsahariana ma anche da Siria e Bagladesh, anche 15 donne, una delle quali incinta, e nove minori, alcuni dei quali in tenera età. Altre due donne incinte erano state fatte evacuare in nottata dalla nave e trasferite sulla terraferma.
Alle operazioni in banchina, coordinate dalla Prefettura di Ragusa, hanno partecipato operatori sanitari, forze dell’ordine e associazioni umanitarie. I profughi sono stati già trasferiti nell’hot spot di Pozzallo, che era stato in parte svuotato e dove attualmente si trovano nel complesso oltre 200 migranti.
Il coordinamento Sar delle operazioni è stato assunto dal Maritime Rescue Coordination Centre di Roma, che aveva inoltrato una richiesta di porto sicuro per lo sbarco al ministero degli Interni.
Alarm Phone lancia l’allarme
“Circa 200 persone in difficoltà sono state salvate tra ieri sera e stamattina in acque internazionali e sono ora a bordo del mercantile Asso Trenta, battente bandiera italiana”. È quanto riferisce Alarm Phone, che ha informato la Guardia costiera e le nostre autorità: “le persone sono scappate dalla Libia e non possono farvi ritorno – ribadisce l’organizzazione su Twitter – e devono essere portate in salvo in Europa”.
La Alan Kurdi attracca a Taranto
Intanto, si è concluso lo sbarco delle 88 persone recuperate dalla Alan Kurdi. Il Viminale ha reso noto che si è conclusa anche la procedura di ricollocazione dei migranti presenti sulla nave, attivata sulla base del pre-accordo raggiunto nel corso del vertice di Malta. La Germania e la Francia ne accoglieranno 60, il Portogallo 5 e l’Irlanda 2.
Per la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese “non siamo di fronte ad alcuna invasione: basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018”. La ministra riconosce che a settembre c’è stato un aumento degli arrivi, “ma è riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi”.