Scontro in tv tra Michele Santoro e Carlo Calenda | VIDEO
Durissimo scontro tra Michele Santoro e Carlo Calenda nel corso del programma DiMartedì, in onda su La7 nella serata di martedì 9 novembre.
L’acceso botta e risposta ha avuto inizio con un fuori programma, ovvero l’ingresso anticipato rispetto alla scaletta del leader di Azione, il quale è voluto intervenire anzitempo proprio per replicare al giornalista, che stava parlando della guerra in Ucraina e delle due manifestazioni che si sono tenute sabato scorso.
Quando va in piazza Santoro nessuno può andare in un’altra piazza! Altrimenti è cattivo come Berlusconi. Strano per chi ha passato la carriera a lamentarsi della democrazia in Italia. Ieri ho pensato fosse utile interrompere il suo soliloquio e confrontarmi con lui. Con pazienza. pic.twitter.com/mfhqpFQrWA
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) November 9, 2022
“Potevo venire a Milano così eravate 301 con me” ha esordito Michele Santoro con Carlo Calenda che ha replicato: “Che modo di fare stupido per una persona come lei che ha fatto tanta testimonianza delle sue posizioni anche quando erano di minoranza”.
“È la stessa tecnica che usava Berlusconi. C’è una manifestazione a Roma con 100mila persone? Io ne faccio una piccolina a Milano e oscuro quella di Roma” ha incalzato Santoro.
“La manifestazione di Roma aveva una piattaforma, quella di Milano ne aveva un’altra e in queste due posizione c’è la bellezza della democrazia. Ma invece di sostenere la sua posizione, che senso ha il dileggio delle posizioni di altri? Sostenga la sua, che poi la sua posizione non l’ho nemmeno capita” ha quindi risposto l’ex ministro dello Sviluppo Economico.
“Io la sua l’ho capita: guerra fino alla guerra nucleare” ha risposto il reporter. Lo scontro è andato avanti per diversi minuti con Santoro che, parlando della crisi di sinistra, ha parlato di “mezzi leader” aggiungendo rivolgendosi a Calenda: “Lei è uno di questi”.
“Anche un quarto – ha aggiunto Calenda – è come se io dicessi che lei è un mezzo giornalista, la realtà è che uno può discutere se accetta che l’altro sia una entità meritevole di rispetto”.