Mes, sale la tensione: vertice di maggioranza a Palazzo Chigi
Tensione altissima sul Mes, il nuovo fondo salva-stati: il Pd chiede di mantenere credibilità, mentre M5s invita a mettersi al tavolo e decidere come cambiarlo.
Conte ha convocato per domenica 1 dicembre un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi.
Per il momento si va avanti con due paletti fissati. La prima: “Ogni decisione sul Mes diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo.
Tutto questo in linea con i punti 12) e 13) della risoluzione del Parlamento approvata il 12 giugno 2019”. Dicono fonti di Palazzo Chigi. Nella risoluzione approvata, infatti al punto 13 è scritto chiaramente che il governo deve “sospendere la determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato”
La diffidenza di Di Maio
“L’Italia non può pensare di firmare al buio, è bene che ci sia una riflessione”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che dice di “credere in questo esecutivo e nei progetti comuni”, ma ribadisce di volere “modifiche sostanziali” alla riforma del Mes. “Quando avremo letto tutto, potremo verificare se il pacchetto convenga all’Italia oppure no. Secondo me, è sano non accelerare in maniera incauta, ma difendere i propri interessi, è bene che i negoziati proseguano con il protagonismo dell’Italia”.
“Dopo le parole di Di Maio aspettiamo i fatti” la risposta di Dario Franceschini che sottolinea come, “in gioco in queste ore c’è la credibilità dell’Italia, lo spread e i mercati”.
Le repliche di Zingaretti
“Un metodo folle che danneggia l’Italia”, il commento del segretario del Pd Nicola Zingaretti. “Siccome non ci sono elementi di merito che mettono in discussione la nostra sovranità nazionale, è molto importante che diamo una dimostrazione di serietà e affidabilità” il parere di Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera. “Io mi aspetto che le legittime critiche del nostro alleato non portino a provocare una crisi di credibilità per il Paese. Questo sarebbe grave, per i cittadini e per la serietà con cui viene visto il nostro governo”.
L’affondo di Salvini sul Mes
Terreno fertile questo per le opposizioni, con Salvini in testa che torna a caricare a testa bassa. “Il Mes ruba ai risparmiatori italiani per finanziare le banche tedesche”, ha detto, invitando il premier a dimettersi.
“Lunedì andrò in Parlamento – ha proseguito il leader del Carroccio – ad ascoltare cosa ha da dire un signore che è o complice o distratto. Un trattato che prevede che i soldi dei poveri italiani vadano a risanare i conti delle banche italiane noi non lo firmeremo ami. Primo caso di Robin Hood al contrario”.