Giorgia Meloni: “Sul mancato applauso a Liliana Segre non cambio idea e non sono pentita sull’astensione”
Il caso Liliana Segre non accenna a placarsi. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera, di non essersi pentita dell’astensione sulla commissione voluta dalla senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz.
“Quello che sta accadendo non dipende dal voto sulla commissione. La senatrice Segre non è la prima esponente della comunità ebraica a cui purtroppo viene assegnata una scorta in Europa. E nella maggior parte dei casi il problema riguarda il fondamentalismo islamico”, ha replicato Meloni, parlando dei motivi per cui spesso viene assegnata la scorta ad esponenti della comunità ebraica.
Quando le si fa notare che il caso Segre con il fondamentalismo islamico non c’entra nulla, neanche lontanamente, Meloni risponde: “Nel contrasto all’antisemitismo noi di FdI siamo totalmente a disposizione e non da oggi. Io per prima mi sono fatta portatrice di un pronunciamento unanime, raccogliendo una proposta di Riccardo Pacifici della comunità ebraica. E la senatrice Segre, per la quale ho un enorme rispetto, va protetta da tutta la società italiana, non ci sono divisioni su questo”.
“Su quel mancato applauso c’è stata una chiara mistificazione. Lì veniva applaudito il provvedimento e non certo la senatrice Segre, l’ho detto anche a lei quando ci siamo sentite al telefono. Il problema di quella commissione, che arriva da lontano e prima si chiamava commissione Boldrini, è che si lascia alla discrezione dei politici stabilire quali siano le parole d’odio e quali no. E questo non mi fa sentire tranquilla”, prosegue Meloni.
TPI si è occupato approfonditamente della questione, qui alcuni link utili per essere aggiornati: