Primo faccia a faccia Meloni-Schlein: “Serve il salario minimo, basta nascondersi”. La premier: “Non è la soluzione”
Per la prima volta da quando è presidente del Consiglio, Giorgia Meloni risponde al Question Time della Camera: i banchi del governo sono al completo, l’Aula è piena, sono presenti anche il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein. Sui migranti, rispondendo a un’interrogazione del segretario di +Europa Riccardo Magi, la premier accusa: “Per fini politici si finisce per mettere in discussione l’onore e l’operato di chi ogni giorno rischia la propria vita per salvarne altre e si finisce per calunniare l’Italia intera, offrendo strumenti a chi vuole caricare tutto il peso su di noi invece che assumersi le proprie responsabilità”. Un discorso in cui Meloni ribadisce un concetto già espresso in precedenza a margine del Consiglio dei ministri di Cutro: “La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo ma non dice una parola sulle responsabilità degli scafisti possa dire lo stesso”.
Il discorso vira poi sulle fonti di energia e sull’uso del nucleare, sollecitato dal deputato di Avs Angelo Bonelli: “Non siamo pericolosi negazionisti climatici. Riteniamo che nel rispetto degli impegni presi sul clima bisogna mantenere un approccio pragmatico e non ideologico”. La premier ha spiegato: “Stiamo attivando una cabina di regia, il governo considera il gas naturale come vettore necessario a mantenere l’autonomia del nostro Paese e come perno del progetto strategico di diventare l’hub enertegico sul Mediterraneo. Dobbiamo essere pionieri sulle tecnologie innovative”. In riferimento alla direttiva dell’Ue sulle case green: “Con il voto di ieri il Parlamento europeo ha ritenuto di inasprire ulteriormente il testo iniziale e questa scelta, che noi consideriamo irragionevole, che consideriamo mossa da un approccio ideologico, impone al governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della Nazione”. “L’Italia condivide gli obiettivi della transizione verde e quella digitale – ha aggiunto – ma la stessa parola transizione presuppone un percorso graduale, non si puo’ assecondare un processo che sull’altare della decarbonizzazione ci conduce dritti alla deindustrializzazione
Ancora poi sul Mes: “L’Italia, finché ci sarà un governo guidato dalla sottoscritta, non potrebbe mai accedervi. Gli strumenti si giudicano in relazione alla loro efficacia, e in un determinato contesto. Questa è la ragione per cui lo scorso novembre questo governo ha ricevuto dal parlamento un mandato non ad aspettare la Germania, ma a non ratificare” la riforma del Mes “in assenza di un quadro chiaro europeo in materia bancaria”.
Dure le accuse sul superbonus, che secondo la premier sarebbe stato pagato anche “da chi non ha ristrutturato casa e anche da chi una casa non la ha”. La norma sul superbonus “è stata messa in campo in un modo da aver prodotto conseguenze su cui il governo attuale lavora da mesi”, afferma Meloni, rispondendo a una domanda su un contributo di solidarietà a carico del settore bancario, in relazione all’aumento dei tassi di interesse e ai relativi effetti su famiglie e imprese.
“Mai visto un presidente del Consiglio che invece di rispondere al tema dell’interrogazione risponde su un altro argomento”, il commento di Giuseppe Conte alla risposta di Meloni all’interrogazione del Movimento 5 stelle. “Una grave scorrettezza sul piano istituzionale nei confronti di una forza politica di opposizione. Abbiamo posto un tema che riguardava i mutui e lei ha risposto sul superbonus con le stesse menzogne che avevano già dette”, le parole del leader M5s ai cronisti in Transatlantico.
L’intervento di Elly Schlein
L’atteso intervento di Elly Schlein è dedicato a precarietà e lavoro povero, “un dramma di cui non vi sentiamo parlare mai”. La neosegretaria del Partito democratico chiede di fissare per legge un salario minimo che sia “complementare alla contrattazione collettiva” ponendo fine ai “contratti pirata”. “Mi stupisce che non vediate il nesso tra la crisi della natalità” e la precarietà, afferma Schlein, che propone un congedo paritario pienamente retribuito di almeno tre mesi: “Noi ci siamo”.
“Il governo non è convinto che la soluzione non sia la fissazione di un salario minimo legale”, la risposta della presidente del Consiglio, che sostiene di non avere “un approccio ideologico” ma “un approccio pragmatico” sulla questione salariale. Il timore, secondo Meloni, è che il salario minimo possa diventare “un parametro sostitutivo” finendo per “creare condizioni peggiori per molti lavoratori”. “Farebbe per paradosso un favore alle grandi concentrazioni economiche”, continua la leader di Fratelli d’Italia, che invoca invece un allargamento della contrattazione collettiva e la riduzione della tassazione sul lavoro aprendo sul tema dei congedi parentali. “Chi ha governato finora ha reso più poveri i lavoratori italiani”, accusa la premier, aggiungendo che ora spetta al suo esecutivo “correggere la rotta”.
“Signora presidente, le sue risposte non ci soddisfano”, replica la segretaria del Pd, “innanzitutto perché vorrei ricordare che il Pd ha provato nella scorsa legislatura ad arrivare il salario minimo ma lei è i suoi alleati che le siedono accanto avete votato contro. Ma le ricordo che ora sono io all’opposizione e lei al governo e non è più tempo di prendersela con gli altri. Non si nasconda dietro un dito. Se fosse bastata la contrattazione collettiva quei tre milioni di lavoratori poveri non li avremmo. Lei sa bene che di quei contratti solo pochi sono firmati da organizzazioni più rappresentative. È in carica da soli cinque mesi ma state già andando in direzione opposta è sbagliata”.
“Siete una destra che è ossessionata dalla migrazione, ma non vede l’emigrazione di milioni di giovani che sono costretti a trasferirsi altrove”, l’affondo di Schlein, che accusa il governo di “incapacità, approssimazione e insensibilità”: “Prima con il decreto rave, poi con la guerra alle ONG, ora con i figli delle coppie omogenitoriali. La vostra propaganda sta sfumando”.
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