“Europeizzazione nella gestione dei rimpatri”: l’Italia chiede all’Ue un maggiore coinvolgimento nella gestione dei migranti, per quanto riguarda accoglienza, ricollocamento ed eventuali respingimenti verso i Paesi di provenienza. “Siamo fortemente impegnati con questo governo a rafforzare il nostro ruolo nel Mediterraneo. Siamo consapevoli di come solo creando uno spazio di prosperità condivisa potremo attraversare in modo efficace le troppe sfide epocali, dalla salute ai cambiamenti climatici”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo intervento ai Med Dialogues. “Occorre che l’Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale – ha spiegato la premier – con un incisivo contrasto ai flussi illegali. Noi chiediamo che l’Europa rilanci una effettiva attuazione degli impegni presi da troppo tempo attraverso una cooperazione migratoria coi nostri partner dell’Africa e del Mediterraneo, che devono essere maggiormente coinvolti nel contrasto al traffico di esseri umani”.
Meloni chiede “più Europa sul fronte sud”: “Da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili”. La premier si fa portavoce di un “piano Mattei” per l’Africa, che lei stessa definisce “un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, un approccio che non abbia una postura predatoria ma collaborativa, rispettosa dei reciproci interessi, fondata su uno sviluppo che sappia valorizzare le identità di ciascuno”. Il riferimento è alla cosiddetta “formula Mattei” con la quale lo storico presidente dell’ENI tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60 offrì condizioni molto vantaggiose ai paesi africani che detenevano petrolio e gas, in modo da sottrarli allo sfruttamento delle sette sorelle che, nelle parole dello stesso Mattei, “erano abituate a considerare i mercati di consumo come riserve di caccia per la loro politica monopolistica”.
Tra le “più urgenti priorità di politica estera” Meloni ha poi citato “la piena stabilizzazione della Libia”: “Rinnoviamo il nostro invito agli attori politici libici – ha avvertito – solo un processo a guida libica, con il sostegno dell’Onu, può portare a una soluzione”.