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    Meloni difende la manovra, ma sul pos è pronta a cedere all’Ue per non rischiare i soldi del Recovery Fund

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 6 Dic. 2022 alle 07:45

    Non potrà essere una misura identitaria, seppur di bandiera, come quella sull’obbligo del pos, a far saltare gli accordi presi con l’Unione europea per  la prossima tranche di fondi per il Pnrr: Giorgia Meloni sa di non poter rinunciare ai quaranta milioni previsti dal Recovery Fund per il 2023 e mentre manda avanti il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari a criticare l’opinione di Bankitalia sulla manovra, nell’ombra contratta con la Commissione Ue. La soglia di 60 euro sotto la quale gli esercenti sarebbero autorizzati a rifiutare i pagamenti elettronici potrebbe abbassarsi, fino a dimezzarsi o sparire del tutto: gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza fissati con Bruxelles prevedono che non si torni indietro su tracciabilità dei pagamenti e denaro elettronico, il governo potrebbe abbandonare questa pista e provare a strappare una soglia più alta per il tetto ai pagamenti in contanti, per ora fissato a 5mila euro.

    Ma Giorgia Meloni sarebbe già stanca di essere nel mirino per i suoi primi provvedimenti: lo rivela Repubblica, citando alcune misure che hanno scaldato la piazza, come la graduale riduzione del reddito di cittadinanza fino alla sua cancellazione, che potrebbe portare a proteste diffuse già durante l’inverno. La premier manda avanti i suoi uomini fidati – Fazzolari appunto, ma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani – mentre sottobanco cerca accordi, tratta, ricalibra. L’affondo del sottosegretario (“Bankitalia è partecipata da banche private”) viene subito corretto: “Nessuna polemica o volontà di mettere in discussione l’autonomia della Banca d’Italia”, anche per non farsi un nuovo nemico, al Quirinale. Sergio Mattarella svolge un ruolo principale nella nomina del nuovo governatore, visto che Visco terminerà il suo mandato nel 2023 e la scelta del suo successore spetta al governo in carica.

    Già nell’ottobre del 2015 il Capo dello Stato aveva definito “preziosa e fondamentale” l’azione di vigilanza di Bankitalia. Disse testualmente: “Un sistema bancario efficiente, stabile, inclusivo – su cui, nel nostro Paese, si esercita la preziosa e fondamentale azione di vigilanza della Banca d’Italia – rappresenta una componente essenziale per lo sviluppo sostenibile dei nostri Paesi e dell’Unione”.

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