Via di Sant’Elena, Roma, esterno giorno. Il leader della Lega Matteo Salvini il 27 aprile viene avvisato nelle vicinanze di Largo Argentina e non davanti a un portone qualunque. Al numero 29 infatti c’è la sede della View Point Strategy, l’agenzia di comunicazione di Francesca Chaouqui e a cui collabora anche Tommaso Farina come consulente. Entrambi di estrazione cattolica, il primo è figlio dell’ex vice direttore di Libero Renato Farina, la seconda è ancora una persona molto influente in Vaticano, nonostante nel 2015 sia finita nel vortice dello scandalo Vatileaks2, con l’accusa di essere uno dei “corvi” artefici della fuga di notizie (poi lei collaborò per il processo e la pena le fu sospesa). Insieme hanno creato un’agenzia nel cuore della Capitale che fa PR a livello internazionale, con contatti ad ogni livello politico. Non è la prima volta che il leader leghista viene visto a questo indirizzo. Secondo la nostra fonte, che ha scattato la foto, negli ultimi mesi Salvini si sarebbe recato diverse volte dalla Chaouqui per discutere di comunicazione. L’agenzia View Point Strategy, contattata da noi di TPI, non conferma né smentisce.
Cosa dice l’agenzia della Chaouqui
Francesca Chaouqui sceglie la strada della vaghezza e preferisce non dire né sì né no rispetto all’incontro con Matteo Salvini, che le nostre fonti possono affermare esserci stato. “Siamo un’agenzia di comunicazione – spiega Chaouqui a TPI – lavoriamo con tantissime persone e garantiamo loro la riservatezza. Io non posso dire quali sono i clienti che conosco o incontro. Le dico solo che non abbiamo bandiere politiche e facciamo strategie di comunicazione per politici di destra come per esponenti di sinistra”. Certo, Salvini per la sua visita potrebbe aver avuto anche altri obiettivi oltre l’agenzia. A Via di Sant’Elena infatti c’è un intero palazzo della Curia, dove abitano diversi prelati. L’obiettivo sembra essere comunque lo stesso: quattro chiacchiere con il Vaticano.
Cosa c’entrano Salvini e la View Point Strategy
Che poi, il connubio Salvini-Chaouqui non è nemmeno così recente. Risale almeno al gennaio 2019, quando fallisce l’esperimento di una striscia quotidiana su Rai1 della giornalista Maria Giovanna Maglie, sostenitrice e consulente della Lega. In quel momento, a ospitarla sul web con il programma “A Maglie strette” sono proprio le pagine gestite dallo spin doctor e numero uno della comunicazione del Carroccio Luca Morisi e, guarda guarda, dalla casa di produzione di Francesca Immacolata Chaouqui (qui la Maglie in diretta dalla pagina della View Point Strategy). “Siamo anche agenti per la Maglie”, confermano a TPI dalla View Point Strategy.
Arriviamo però ai tempi più recenti, alle ultime settimane. Nonostante lo scandalo Vatileaks2, la Chaouqui è sempre rimasta molto vicina alla Chiesa. Il soprannome “la Papessa” che si è guadagnata negli anni la dice lunga. Dopo essere stata componente della Commissione referente sulle attività economiche della Santa Sede (il COSEA), il processo Vatileaks non la tocca particolarmente: viene subito rilasciata, in quanto disponibile a collaborare alle indagini. E con la nuova agenzia View Point Strategy ha sempre mantenuto rapporti con il Vaticano. Infatti, su Salvini “viva la riservatezza”, ma i rapporti ritrovati con la Santa Sede invece la Chaouqui ci tiene particolarmente a sottolinearli. “Abbiamo una nuova collaborazione formale”, precisa. E subito Vatileaks sembra solo un ricordo.
Salvini, tramite la Chaouqui, sta forse cercando di riposizionarsi e di ottenere il sostegno della Chiesa? Una Chiesa tra l’altro già in rotta di collisione con il governo a causa delle messe negate anche nella fase 2 dell’emergenza Coronavirus. Dal 10 maggio prossimo probabilmente si potrà tornare in Chiesa, ma lo scontro tra la Cei e l’esecutivo sulle celebrazioni interrotte è stato durissimo: da una parte la posizione della libertà di culto compromessa, dall’altra l’allarme della comunità scientifica che affianca Conte per gli altissimi rischi della popolazione di anziani che frequenta solitamente i banchi delle chiese. Ecco, Salvini vorrebbe infilarsi esattamente in mezzo. L’opposizione che sostiene la Chiesa bistrattata dal governo: quale migliore momento per creare dei ponti? E quale migliore tramite se non la View Point Strategy?
La Bestia in crisi
Nelle ultime settimane, a fronte di sondaggi impietosi per la Lega con la perdita di un punto percentuale a settimana, siamo stati spettatori del trasformismo di Matteo Salvini per cercare di recuperare consensi. Le polemiche sul Coronavirus non lo hanno aiutato e la sua narrativa schizofrenica in cui prima chiedeva di aprire e poi di chiudere tutto (poi di nuovo di riaprire!) lo ha solo sfavorito. E così è crollato il sistema della Lega che penetrava nei social e nell’informazione e che fino a qualche mese fa sembrava infallibile: “La Bestia”.
La caduta libera è avvenuta ancora prima dello scoppio della pandemia. Salvini ha fatto un balzo indietro fino a toccare un livello di coinvolgimento degli utenti mai così basso da anni. A certificarlo sono gli insight di Facebook (che prima era il suo cavallo di battaglia) con interazioni complessive che si fermano a 6,6 milioni (un clamoroso -60 per cento rispetto al momento pre-elezioni regionali), pochissime per una pagina da 4 milioni di follower.
Quello che sta avvenendo nel centrodestra è un vero e proprio terremoto e probabilmente al risveglio dalla pandemia verrà addirittura messa in discussione la sua leadership. A reclamare più spazio ci sarà Giorgia Meloni, apice di Fratelli d’Italia che sta prepotentemente scalando sondaggi e classifiche social. Come ha spiegato Lorenzo Tosa in questo articolo, la Meloni, a dispetto di un bacino di follower relativamente basso (1,5 milioni contro i 4,2 di Salvini), ha un engagement in proporzione nettamente superiore a Salvini. La pagina della leader di Fdi, a fronte di un terzo circa di seguaci, raggiunge ben oltre la metà delle interazioni totali del collega padano: 6,8 milioni a settimana contro 11,9. E lo fa, soprattutto, con circa la metà dei post totali (36 contro i 66 del leader leghista). Questo significa che Giorgia Meloni ha un tasso di engagement circa tre volte superiore a quello del capo del Carroccio. Insieme ai sondaggi e alle interazioni, crollano anche le certezze per il leader leghista. Sarà per questo che Matteo Salvini è alla disperata ricerca della sponda della Chiesa?
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