Nel 2019 Renzi attaccava la dittatura di Maduro, oggi parla di “Rinascimento” in Arabia Saudita
Nel pieno della crisi di governo che ha contribuito ad innescare, Matteo Renzi è partito alla volta di Riad, in Arabia Saudita, per partecipare a una conferenza organizzata dal principe Mohammed bin Salman. Il dialogo tra il leader di Italia Viva e l’erede del re Salman bin Abdulaziz Al Saud, che ha lanciato il vertice internazionale con l’obiettivo di attrarre investimenti nel Golfo, ha fatto parecchio discutere: Renzi ha parlato di futuro “rinascimento” in un Paese che reprime sistematicamente i diritti umani dentro e fuori i confini nazionali, che vieta la libertà di espressione e che solo nel 2019 ha eseguito 184 condanne a morte.
Ma l’ex premier fa sapere che è stato “un piacere, un onore e un privilegio” parlare di “Rinascimento” con il principe (che secondo l’Onu e la Cia avrebbe ordinato l’assassinio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi nel 2018). “Credo che l’Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento. Vostra Altezza, grazie”, ha detto Renzi a bin Salam nella lunga intervista al principe da lui condotta e circolata sui social. Le sue parole hanno provocato l’indignazione generale considerando la situazione dei diritti umani nel Paese. Pronunciate da un leader che in passato ha condannato duramente i regimi che violano le libertà fondamentali nel mondo.
Era febbraio del 2019 quando Renzi criticava il governo di Nicolàs Maduro in Venezuela. “Il dittatore Maduro ringrazia Roma per la solidarietà. Una pagina infame della politica estera italiana. Infame. L’Italia sta dalla parte della libertà e della democrazia, non dei dittatori. #Venezuela”, scrisse l’ex sindaco di Firenze su Twitter quando l’Italia bloccò la mozione proposta dall’Ue per accettare la presidenza ad interim assunta da Juan Guaidò per deporre quella di Maduro.
Allora Renzi protestò contro il governo italiano, guidato da M5S e Lega. Molti oggi fanno notare come, lodando bin Salam e partecipando al board dei trustees di una istituzione finanziata dal fondo sovrano saudita (che è di fatto strumento di diplomazia e di propaganda di Riad), Renzi abbia drasticamente cambiato atteggiamento nei confronti dei Paesi che calpestano libertà e democrazia.
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