Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, bacchetta Governo e Parlamento per l’eccessivo ricorso alla decretazione d’urgenza. E avverte che, se la tendenza non sarà invertita, di fronte a nuove “anomalie” utilizzerà l’articolo 74 della Costituzione, ovvero quello che gli dà la facoltà di non firmare una legge e rispedirla alle Camere.
Mattarella lo ha scritto in una lettera ai presidenti di Senato e Camera – Elisabetta Casellati e Roberto Fico – e al presidente del Consiglio – Mario Draghi – inviata oggi, venerdì 23 luglio 2021 (giorno del suo 80esimo compleanno).
L’intervento del Quirinale arriva a una decina di giorni dall’inizio del semestre bianco (ossia i sei mesi precedenti la fine del mandato del presidente della Repubblica, durante i quali quest’ultimo non può sciogliere le Camere) e accompagna la promulgazione della legge di conversione del decreto Sostegni bis. Il Capo dello Stato ha firmato la legge di conferma dal decreto datato 25 maggio – contenente misura di aiuto per i soggetti danneggiati dalle restrizioni anti-Covid – ma con la lettera ha voluto ammonire Governo e Parlamento sul tema della decretazione d’urgenza.
“Ho provveduto alla promulgazione in considerazione dell’imminente scadenza del termine per la conversione e del conseguente alto rischio, in caso di rinvio, di pregiudicare o, quantomeno, ritardare l’erogazione di sostegni essenziali per milioni di famiglie e di imprese”, spiega Mattarella.
Ma “avverto la responsabilità di sollecitare nuovamente Parlamento e Governo ad assicurare che, nel corso dell’esame parlamentare, vengano rispettati i limiti di contenuto dei provvedimenti d’urgenza, come già richiesto con analoga lettera dell’11 settembre 2020”.
“Il testo che mi è stato trasmesso contiene 393 commi aggiuntivi, rispetto ai 479 originari”, sottolinea il presidente della Repubblica nella lettera. E “tra le modifiche introdotte ve ne sono alcune che sollevano perplessità in quanto perseguono finalità di sostegno non riconducibili all’esigenza di contrastare l’epidemia ovvero appaiono del tutto estranee all’oggetto del provvedimento”.
“Inserimenti di norme con queste modalità, oltre ad alterare la natura della legge di conversione, recano pregiudizio alla qualità della legislazione, possono determinare incertezze interpretative, sovrapposizione di interventi, provocando complicazioni per la vita dei cittadini e delle imprese nonché una crescita non ordinata e poco efficiente della spesa pubblica”, attacca Mattarella.
Il Capo dello Stato rimarca il “significativo incremento del ricorso alla decretazione d’urgenza verificatosi durante l’emergenza Covid, anche per fare fronte alle esigenze di attuazione del Pnrrr”. Dal febbraio 2020 al luglio 2021, calcola Mattarella, “sono stati adottati dal Governo 65 decreti-legge rispetto ai 31 dei 18 mesi precedenti”.
“Occorre dunque modificare l’attuale tendenza. I decreti-legge devono presentare ab origine un oggetto il più possibile definito e circoscritto per materia”, prosegue il Quirinale. “Formulo un invito al Parlamento e al Governo a riconsiderare le modalità di esercizio della decretazione d’urgenza, con l’intento di ovviare ai profili critici da tempo ampiamente evidenziati dalla Corte costituzionale, nonché nelle stesse sedi parlamentari, oltre che in dottrina, e che hanno ormai assunto dimensioni e prodotto effetti difficilmente sostenibili”.
“Per quanto riguarda le mie responsabilità – conclude Mattarella – valuterò l’eventuale ricorso alla facoltà prevista dall’articolo 74 della Costituzione nei confronti di leggi di conversione di decreti-legge caratterizzati da gravi anomalie che mi venissero sottoposte”.
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