Mattarella invoca la pace: “Non è automatica, ma figlia della volontà dei popoli”
“Pace”. È la parola d’ordine del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un discorso al Consiglio d’Europa oggi ha invocato il dialogo e la distensione per fermare un’escalation in Ucraina.
Nel suo intervento a Strasburgo, Mattarella ha sottolineato come la Russia “abbia scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito”, scatenando una guerra la cui responsabilità “ricade interamente sul governo della Federazione Russa”. “Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina”, ha specificato il capo dello Stato, che ha invitato a prendere a prestito il linguaggio della guerra fredda, elencando una serie di punti “per vedere se ci possono aiutare a riprendere un cammino, per faticoso che sia”. “Distensione: per interrompere le ostilità. Ripudio della guerra: per tornare allo statu quo ante. Coesistenza pacifica, tra i popoli e tra gli stati. Democrazia, come ci insegna il prezioso lavoro della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, come condizione per il rispetto della dignità di ciascuno”, ha detto Mattarella, prima di prendere a riferimento le conferenze del passato. “Infine, Helsinki e non Yalta: dialogo, non prove di forza tra grandi potenze che devono comprendere di essere sempre meno tali. Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di sviluppi positivi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa”, ha affermato il presidente della Repubblica, che ha ricordato come la pace “non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini”.
“Quanto la guerra ha la pretesa di essere lampo, e non le riesce”, ha detto Mattarella, “tanto la pace è frutto del paziente e inarrestabile fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli, della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione”. “È una costruzione laboriosa, fatta di comportamenti e di scelte coerenti e continuative, non di un atto isolato”, ha aggiunto. “Se perseguiamo obiettivi comuni, per ‘vincere’ non è più necessario che qualcun altro debba perdere. Vinciamo tutti insieme. La pace non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini”.
Nel suo intervento Mattarella è tornato ripetutamente a chiedere la promozione della pace e del dialogo, senza mancare di condannare la decisione russa di scatenare il conflitto. “La guerra è un mostro vorace, mai sazio. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca”, ha detto Mattarella, che ha chiesto alla comunità internazionale di fermare la proliferazione delle violenze. ”Dobbiamo saper scongiurare il pericolo dell’accrescersi di avventure belliche di cui, l’esperienza insegna, sarebbe poi difficile contenere i confini. Dobbiamo saper opporre a tutto questo la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti”, ha aggiunto l’ex democristiano, ministro della Difesa durante i governi di Massimo D’Alema e Giuliano Amato. “Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace”, ha chiesto.