Crisi di governo, cosa vuole fare Mattarella? La crisi di governo si è innescata all’improvviso, con il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha deciso di far saltare il banco da un giorno all’altro.
Nel suo discorso tenuto a Pescara, il vicepremier ha invocato elezioni a strettissimo giro, possibilmente già a ottobre. Per farlo, il presidente della Repubblica dovrebbe sciogliere le Camere entro fine agosto.
Infatti, il tempo minimo che deve intercorrere dallo scioglimento delle Camere alle urne è di 45 giorni, mentre quello massimo è di 70 giorni. In realtà, per consentire l’adempimento delle procedure necessarie per il voto degli italiani all’estero occorrono almeno 60 giorni dallo scioglimento delle camere.
Il premier Conte ha replicato a Salvini che non spetta a lui dettare i tempi. Vero, e infatti al momento tutti attendono le scelte del Capo dello Stato. Secondo le numerose indiscrezioni circolate sui principali quotidiani italiani, il piano di Mattarella sarebbe già definito.
Il presidente della Repubblica sarebbe infatti contrario all’ipotesi di un governo tecnico, che avrebbe peraltro il probabile effetto di far salire ancora di più il consenso della Lega. Mattarella è invece favorevole al ritorno al voto nei tempi più brevi possibili, come chiede non solo Salvini, ma anche il Partito Democratico.
C’è però un passaggio intermedio da fare: serve infatti un esecutivo che conduca l’Italia alle elezioni, che sia in carica cioè da fine agosto (dopo la sfiducia a Conte e la caduta del governo gialloverde) a fine ottobre (quando si andrà a votare).
Il capo dello Stato sembra contrario all’ipotesi di lasciare in carica un esecutivo M5s-Lega. In particolare, non è vista bene l’ipotesi di Salvini ministro dell’Interno a gestire la fase di preparazione delle elezioni. Mai, infatti, un capo politico ha ricoperto quel ruolo in prossimità delle urne.
Mattarella, secondo le indiscrezioni dei quirinalisti, sarebbe contrario a qualsiasi governo politico e vorrebbe quindi optare per un “governo elettorale”, un esecutivo di scopo composto da personalità al di fuori dei principali partiti. Non sarebbe un governo tecnico nel vero senso della parola, perché il suo obiettivo sarebbe solo quello di condurre il paese alle elezioni.
Il partito del voto subito, insomma, sembra avere un altro sostenitore, il più importante, quello che nei prossimi giorni dovrà decidere le sorti del paese.
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