Sembra un chiaro monito ai partiti e a chi magari in questi giorni ha provato a tirarlo per la giacchetta. “Giovanni Leone, come Antonio Segni, chiese la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con l’eliminazione del semestre bianco”, ha ricordato il Capo dello Stato in un incontro al Quirinale in occasione dei 20 anni della morte di Giovanni Leone. “Leone definiva la stampa componente essenziale della società”.
Ma allora espresse parole profetiche: “la stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferrabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede”. Per concludere credo che si possa fare un caloroso invito ad avere tutto il riguardo per la dignità della persona che va salvaguardata. Difficile trovare una campagna scandalistica come quella rivolta contro Giovanni Leone”, ha aggiunto Mattarella. Giovanni Leone, ha ricordato il presidente della Repubblica, “non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera, ha mostrato coraggio e generosità a corrispondere all’interesse generale della vita della Repubblica”. Ed anche in un momento grave per il Paese, c’era appena stata Piazza della Loggia, Leone si adoperò per una “lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale”.
L’ipotesi di un bis di Mattarella, secondo alcuni retroscena, permetterebbe di far finire la legislatura a Mario Draghi, per poi eleggerlo come presidente della Repubblica. Uno schema che però Mattarella ha più volte fatto capire di non apprezzare. E la frase pronunciata su Leone potrebbe essere l’ennesimo segnale.
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