A Massa Carrara la Lega vuole multare chi veste in modo provocante. Alla fine gli integralisti sono loro
Alla fine hanno risposto come fanno di solito, accusando Alessandro Gassman e Fiorella Mannoia di essere uomini di spettacolo e quindi di non avere diritto di esprimere opinioni sui regolamenti comunali: a Massa la giunta leghista guidata dal sindaco Francesco Persiani ha dimostrato plasticamente cosa significhi erodere i diritti in nome del sovranismo, finendo per essere loro stessi gli uomini del velo allo stesso modo degli integralisti che dicono di volere combattere.
Tutto nasce dall’articolo 12 del nuovo regolamento di polizia municipale di Massa che vieta di “porre in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell’assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo, ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo. La violazione si concretizza con qualsiasi ulteriore atteggiamento o modalità comportamentali, incluso l’abbigliamento, suscettibili di ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”.
In pratica a Massa un vigile può liberamente decidere che il vostro abbigliamento sia troppo lascivo (e quindi associabile alla prostituzione) e multarvi in nome di un decoro che è il termine disinfettato per indicare ciò che benpensano quelli che hanno il potere. “Il nuovo regolamento del Comune di Massa prevede multe per chi mendica e per le donne che vestono in modo provocante.#ricoveratelasindaca”, ha scritto Alessandro Gassman sul proprio profilo Twitter e a ruota anche Fiorella Mannoia che ha commentato scrivendo “Ditemi che è uno scherzo. I cittadini di Massa accettano tutto questo?”.
Niente di nuovo, del resto, da parte di un partito che vorrebbe insegnarci quali siano le forme giuste dell’amore, dell’educazione da papà, della religione e del tanto sventolato buonsenso: l’ottusità si vede nell’incapacità di inventare nuovi diritti e ripiegare nei diritti degli altri. Un partito ossessionato dalla povertà (e infatti nel regolamento c’è anche il divieto di chiedere l’elemosina), dalle differenze, dalla femminilità e da tutto quello che non passa per un visione quasi medievale del contemporaneo. E, ovviamente, anche la difesa è patetica: “Fai l’attore, va!”, scrive il vicesindaco Andrea Cella. Perché per loro, si sa, la gestione del potere spetta al popolo solo quando il popolo è d’accordo con loro. Al solito.