Sardine, l’ex segretario del Pd Martina risponde alla lettera dei fondatori del movimento
“Una sfida enorme alla sinistra”: così Maurizio Martina, ex segretario del Pd, risponde alla lettera che i fondatori del movimento delle Sardine hanno scritto al quotidiano La Repubblica.
Nella missiva, pubblicata dal quotidiano nella giornata di venerdì 20 dicembre, Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Mattia Santori e Giulia Trappoloni affermano, tra le altre cose, di “non voler diventare un partito” perché “dare una cornice è come mettere confini al mare”.
Una decisione che è stata commentata da Martina, in un’intervista a La Repubblica, il quale ha affermato che: “Per me è importantissimo che quella lettera avvalori il lavoro che questi ragazzi straordinari hanno fatto in alternativa alla destra”
“Da cittadini – prosegue l’ex ministro delle Politiche agricole – hanno operato una chiara scelta di campo. Un’esperienza come quella che abbiamo visto crescere in queste settimane va rispettata nella sua autonomia e quindi capisco la loro volontà di non farsi irreggimentare”.
Alla domanda su che cose chiedono queste piazze, Martina risponde: “Da quelle piazze è emersa una domanda di buona politica, di presenza fisica, di toni differenti, che pone una grande questione di metodo oltre che di merito. Continuo a pensare che questa enorme energia vada riconosciuta e rispettata e pone una sfida enorme a chi come noi fa politica di partito tutti i giorni”.
Una sfida, quelle della sardine alla destra, ma anche alla sinistra. “Quelle piazze sono alternative alla destra ma pongono una grande domanda di cambiamento anche al centrosinistra” dichiara l’ex segretario del Pd.
“Dopo le regionali – è il ragionamento di Marina – noi dobbiamo avere il coraggio e la forza di aprire una strada nuova per costruire un grande soggetto plurale. Il passaggio sarà dal Partito democratico ai democratici”.
Tuttavia, anche le sardine devono secondo l’ex ministro “devono porsi il tema enorme, e per me cruciale, dei territori periferici. Hanno di fronte ancora la grande questione della frattura tra città e campagna, fra centro e periferia. Penso però che questi ragazzi lo sappiano come noi”.
In conclusione, Maurizio Martina crede che dalle piazze delle sardine emerga “uno spirito positivo utile al Paese”.
“La grande innovazione di queste piazze è quella di aver imposto un cambio di registro nei toni, nei messaggi. Si sono mobilitate per fermare una deriva. Quei ragazzi, come scrivono, non volevano più ‘rimanere sdraiati’: hanno deciso di alzarsi e scendere in piazza, dando un segnale straordinario”.