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    Editoria, il sottosegretario Martella: “Recovery Fund sfida da non perdere per mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano”

    Credit: Ansa
    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 24 Set. 2020 alle 19:10 Aggiornato il 24 Set. 2020 alle 19:38

    Martella: “Recovery Fund sfida da non perdere per mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano”

    “Con il Recovery Fund possiamo mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano”: lo afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Andrea Martella durante l’audizione alla Commissione Cultura della Camera sulle priorità nell’utilizzo dei fondi Ue. Secondo Martella quella del Recovery Fund (leggi qui cosa prevede) è “una sfida da non perdere per mettere in sicurezza il sistema editoriale italiano, fondamentale per la nostra democrazia”. Il sottosegretario è convinto che per il settore “servirà un finanziamento adeguato all’ambizione del progetto” che al momento è prematuro quantificare. Martella, tuttavia, sottolinea la necessità di “coinvolgere il Parlamento anche nella fase concreta della delineazione delle proposte”.

    Il sottosegretario con delega all’editoria ha anche affrontato il tema della Rai dicendosi convinto che sia “arrivato il momento di affrontare seriamente il tema della riforma della Rai, della riforma della sua governance, del miglioramento della sua missione di servizio pubblico, e della necessità che una grande azienda dell’industria culturale del nostro Paese possa essere un punto di riferimento per i cittadini. Su questo tema il Parlamento dovrà ovviamente esprimersi ma mi sembrava giusto dire la mia opinione”. Martella poi ha svelato che l’esecutivo con i fondi del Recovery Fund punta “ad estendere e adattare al comparto editoriale e dei servizi di informazione e comunicazione gli incentivi del Piano Transizione 4.0. già previsti dall’ordinamento vigente per le imprese manifatturiere”.

    “È un passaggio cruciale per sostenere la dimensione industriale del settore editoriale, attraverso quel sistema di incentivi diretti e indiretti che oggi raggiunge solo i settori produttivi tradizionali” continua il sottosegretario. “Mi riferisco in primo luogo al credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, indispensabile per supportare e incentivare le imprese editrici che investono in beni, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi (data, cloud, e-commerce, multimedia) e al credito d’imposta formazione 4.0, per stimolare gli investimenti delle imprese editrici nella formazione delle professionalità rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese (social media manager, content manager, data specialist, videomaker), nonché nella riconversione o riqualificazione professionale dei lavoratori over 45”.

    In questo quadro, aggiunge Martella “rientrano anche i sostegni agli investimenti delle imprese editoriali in dispositivi di protezione tecnologica (cybersecurity) indispensabili per la lotta alla pirateria digitale e in generale a tutti gli investimenti funzionali al rafforzamento tecnologico dell’industria editoriale”. Non solo: “Puntiamo inoltre ad aprire al settore editoriale i Bandi per progetti di ricerca e sviluppo e innovazione (R&S&I) afferenti al tema dell’Agenda digitale – aggiunge il sottosegretario – Ma anche a consentire a tutti soggetti della filiera l’accesso a contributi in conto capitale e prestiti agevolati per l’implementazione di progetti digitali evolutivi di marketing editoriale e soluzioni tecnologiche digitali di filiera per l’ottimizzazione della gestione della catena di distribuzione”. Infine, il sottosegretario sottolinea la volontà del governo di “rendere accessibili alle imprese i voucher per consulenze in innovazione, per sostenere i costi relativi all’introduzione di figure manageriali in grado di innovare processi e tecnologie digitali o attivare percorsi di innovazione organizzativa e/o finanziaria”.

    Lorusso (Fnsi): “Recovery grande occasione per ripensare settore editoria”

    Le parole di Martella sono state commentate da Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, il quale ha dichiarato in una nota che gli interventi a favore dell’editoria illustrati dal sottosegretario “sono condivisibili perché fondamentali e vanno tradotti al più presto in una nuova legge di sistema”. Secondo Lorusso il Recovery Fund è “un’occasione formidabile per ripensare dalle fondamenta il settore dell’informazione, il cui ruolo è essenziale e insostituibile per la tenuta delle istituzioni democratiche”.

    Per questo motivo secondo Lorusso è “necessario avviare al più presto un confronto fra governo e parti sociali per far sì che la nuova legge dell’editoria 5.0 agevoli l’innovazione e la trasformazione digitale delle imprese, mettendo al centro la tutela del lavoro giornalistico. Non è più pensabile che i sostegni diretti e indiretti al settore siano svincolati dal rispetto delle leggi e dalla corretta applicazione del contratto nazionale di lavoro. Il contrasto al dumping contrattuale e alla precarietà dilagante, attraverso il superamento per legge di forme di inquadramento che agevolano e incentivano lo sfruttamento dei giornalisti, rappresenta un punto irrinunciabile per il sindacato dei giornalisti”.

    Su questo punto, “così come sull’annunciata volontà di mettere mano alla riforma del servizio pubblico radiotelevisivo”, si misurerà, secondo  la Fnsi, “la credibilità delle misure che si intendono adottare. Il Recovery Plan deve essere l’occasione per cambiare radicalmente il settore dell’informazione, non può diventare l’ennesima distribuzione di risorse a pioggia”.

    Leggi anche: 1. Recovery Fund, luci e ombre della proposta che sfida la storia / 2. Altro che elezioni Regionali, la sopravvivenza del governo Conte passa dal Recovery Fund / 3. Cottarelli a TPI: “Nel Recovery Plan c’è un errore sul Pil, che figuraccia. Sembra sia stato scritto di fretta”

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