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    Draghi irritato con Conte dopo le parole dell’ex premier sul Recovery: ormai tra i due è “guerra fredda”

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 23 Giu. 2021 alle 09:43 Aggiornato il 23 Giu. 2021 alle 09:44

    Diciamo che quando nella tardissima serata di ieri a Palazzo Chigi hanno letto il post dell’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte non hanno certamente brindato per l’entusiasmo. Certo, “Giuseppi” se non altro per fair play istituzionale se la poteva pure risparmiare, il ragionamento, però non possiamo certo replicare a queste cose, la risposta dei più vicini al premier a chi chiedeva lumi in merito.

    Ma cosa avrebbe detto di tanto “grave” Conte proprio nel giorno della celebrazione in pompa magna del via libera europeo al Piano di rinascita e resilienza italiano? Che questo “non è il Piano del governo di turno. Non era allora del governo Conte, non lo è oggi del governo Draghi”.

    Come a dire caro Mario evita di prenderti tutti i meriti perché non è così. Insomma, tra i due ormai è “guerra fredda”, a volte sotterranea come nel caso del “piazza pulita” dell’influente sistema di potere legato al precedente capo del governo (servizi segreti, commissario Covid, navigator alla Cassa Depositi e Prestiti) altre volte meno. Ma cosa vuole fare da grande Conte, ci si chiede ora a palazzo Chigi, se riuscisse a salire al comando dei 5 Stelle?

    Qui le riflessioni si sprecano: “Conte vuole diventare la Meloni di sinistra”. Cioè vuole fare nel centrosinistra quello che Giorgia Meloni sta facendo a destra: mettersi all’opposizione del governo ma succhiando voti al PD anziché alla Lega.

    Con i 5 Stelle bassi nei sondaggi a palazzo Chigi danno ormai per scontata una deriva del genere dopo le elezioni amministrative di ottobre tanto più che ci sarà il semestre bianco che non farà temere ai parlamentari “grillini” lo scioglimento anticipato delle Camere.

    Scenario temuto da Enrico Letta tanto da averne parlato, a quanto risulta a TPI, più volte telefonicamente con Luigi Di Maio per cercare rassicurazioni. Insomma, Draghi e Letta per motivi diversi ma convergenti cominciano a temere il “linguaggio della verità” di “Giuseppi”.

    “Basta leggere la stampa più vicina all’ex premier per capire che il lutto per la perdita del governo ancora non è stato elaborato e c’è sete di rivalsa” riflette a voce alta un big grillino. Resta da capire cosa ne pensa di tutto questo Beppe Grillo che di mettersi contro Mario Draghi dopo aver convinto i 5 Stelle a sostenerlo non ne vuol sapere ma soprattutto bisognerà vedere se Conte riuscirà a coronare il sogno di “prendersi” i 5 Stelle.

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