Lo chiamavano l’Americano. Tutte le curiosità su Mario Draghi
Presidente della Banca Centrale Europea (Bce) dal 2011 al 2019, Mario Draghi è una delle figure più curiose del panorama politico internazionale.
Nato sotto il segno dei Pesci, l’economista romano ha annunciato lo scorso giovedì, 12 settembre, un nuovo piano di acquisto di bond che ha fatto molto discutere.
Ma all’indomani della grande notizia, viene da chiedersi cosa abbia contribuito a rendere Draghi uno dei policy-maker più influenti in Europa.
Mario Draghi | Vita e istruzione
A discapito della sua carriera internazionale, le radici di Draghi sono tutte italiane.
Nato il 3 settembre 1947, il presidente uscente della Bce è il primo di tre figli.
“A 15 anni ha perso il padre, Carlo” scrive Aldo Cazzullo. “Poco dopo è mancata anche la madre. Draghi ha dovuto fare il capofamiglia”.
Dopo aver frequentato un liceo gesuita nella capitale, si iscrive alla Sapienza di Roma, laureandosi in Economia nel 1970 con una tesi su Integrazione economica e variazione dei tassi di cambio.
In quest’occasione, Draghi persuade Franco Modigliani, futuro premio Nobel, ad ammetterlo ai corsi di dottorato del Massachussetts Institute of Technology.
“Non hai nessuna speranza. Nessuna, a meno che non riusciamo a cambiare la stupida legge”, gli risponde il premio Nobel a proposito della gestione delle borse di studio italiane all’estero.
Ma i due ci riescono.
Nel 1971, Draghi entra al Mit, dove si specializza in teoria economica.
Nel frattempo, nel 1973 sposa Maria Serenella Cappello, discendente della Bianca Cappello moglie di Francesco de’ Medici.
Da lei ha due figli: Federica, esperta di biotecnologie, e Giacomo, trader in Morgan Stanley.
Mario Draghi | Carriera
Al rientro dall’America, Draghi diventa professore di Politica a Trento, di Macroeconomia a Padova e di Economia matematica a Venezia, mantenendo la promessa fatta all’amico Federico Caffè che non avrebbe fatto altro che il professore universitario.
Ma solo due anni dopo aver cominciato a insegnare a Firenze, è nominato consigliere di Giovanni Goria, ministro del Tesoro nel primo governo Craxi.
“Entrato al Tesoro nel 1982, consigliere del ministro Giovanni Goria, si racconta che volesse sapere chi erano i commensali anche per andare a mangiare una pizza” dice Mario Cingolani a proposito dell’ossessiva selettività di Draghi.
Dal 1991 al 2001, ricopre la posizione di Direttore Generale del Ministero del Tesoro, ruolo in cui viene riconfermato fino al secondo governo Berlusconi.
Dieci lunghi anni che Draghi definirà “drammatici” ma anche “indimenticabili”.
In questo ruolo, diventa conosciuto come l’uomo delle privatizzazioni delle principali società dello Stato italiano: IRI, Eni, Enel, Telecom, Credit e altre.
Nel 1992, prima di dare il via alla vendita delle società pubbliche, l’ultimo dei “Ciampi Boys” sale sul panfilo della regina Elisabetta in compagnia della comunità finanziaria mondiale, dando adito a non poche opposizioni.
“È una pedina delle superpotenze, e non è più fedele all’Italia” cominciano a dire molti.
Nel 1991, e poi ancora tra il 1998 e il 2001, Draghi presiede la gestione della SACE, di cui cura la trasformazione in ente pubblico economico.
Lasciato il Tesoro, nel 2002 viene nominato Vice Chairman e Managing Director della Goldman Sachs, quarta banca al mondo, e dal 2004 al 2005 ne diviene membro del Comitato esecutivo.
Ma è proprio questo titolo a mettere in discussione la sua candidatura a presidente della Bce, per il suo coinvolgimento nella vendita di derivati alla Grecia che la resero eleggibile a entrare nell’Euro.
Tuttavia, Draghi si dichiarerà ignaro alla vicenda.
Mario Draghi | Governatore della Banca d’Italia
Il 29 dicembre 2005, Draghi viene eletto governatore della Banca d’Italia. La mattina del 30 dicembre si reca a salutare il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, e a differenza dei suoi predecessori, percorre a piedi la strada dal Quirinale alla Banca d’Italia.
A seguito della nomina di governatore, vende le sue azione nella Goldman Sachs a un “blind trust”.
Sotto la sua direzione, si registrano fusioni bancarie di enorme portata al fine di evitare l’acquisto da parte di istituti stranieri.
“Rovescia totalmente, e in poche ore, l’impostazione di [Antonio] Fazio” spiega Giorgio dell’Arti.
“Non solo [Draghi] dichiarò pubblicamente che non sarebbe mai intervenuto per influenzare operazioni di mercato, neanche nei casi in cui la legge glielo consentiva, ma precisò anche che se uno straniero si fosse voluto comprare una banca italiana lui lo avrebbe lasciato fare. Aggiunse: proprio per questo, invito le banche italiane a far accordi e a fondersi o ad aggregarsi comunque in qualche modo”.
Nello stesso periodo, Draghi si batte per l’aumento delle partecipazioni delle banche in gruppi industriali, e viceversa per la crescita del tasso di partecipazione di soggetti non finanziari negli istituti bancari.
Sono rimaste famose le sue annuali Considerazioni finali.
Stefano Cingolani definisce quella del 2010 particolarmente incisiva.
“[Draghi] parla a braccio più spesso del previsto, scaglia invettive contro ‘gli evasori responsabili della macelleria sociale’ (definizione fuori ordinanza a Palazzo Koch), si toglie qualche sassolino dalle scarpe”.
Mario Draghi | Presidente della Banca centrale europea
Il 16 maggio 2011, viene approvata la candidatura di Draghi alla presidenza della Bce, nonostante l’approvazione definitiva risalga al 24 giugno.
Il 1 novembre, Draghi diventa il primo italiano alla presidenza della Bce.
Repubblica scrive che “La Bce che [Jean-Claude] Trichet lascia in eredità a Draghi è in piena crisi d’identità, fra il modello americano della Fed e quello tedesco della Bundesbank”.
Nel discorso di insediamento, Draghi chiede ai Paesi dell’Ue di recuperare in affidabilità, per garantire una politica di bilancio omogenea.
Il 26 luglio dell’anno successivo, intervenendo alla Global Investment Conference di Londra, l’economista esordisce così: “Ho un messaggio chiaro da darvi: nell’ambito del suo mandato, la Bce è pronta a fare qualunque cosa sia necessaria per salvare l’euro. E, credetemi, sarà sufficiente”.
A un anno dal discorso, Draghi introduce un’altra innovazione a sorpresa “che prevede che i tassi d’interesse resteranno ai livelli attuali, o anche più bassi, per un lungo periodo di tempo”.
“Quando sarà avviato il suo processo di beatificazione, quello del 4 luglio sarà messo agli atti come il ‘secondo miracolo’ di san Mario Draghi. Già, perché ancora una volta è bastato un suo annuncio perché un rischio incombente non si concretizzasse. È bastata una frase, e i mercati hanno capito”.
Il mandato di Draghi come presidente della Bce terminerà il 31 ottobre 2019, quando il titolo passerà alla francese neoeletta Christine Lagarde.
Mario Draghi | Premier
Si dice che nel 2007 Giorgio Napolitano abbia fatto il nome dell’economista per sostituire Prodi in un governo di transizione, ma che Draghi abbia rifiutato l’incarico.
A seguito della crisi del primo governo Conte, si è a vociferato sulla possibilità che Mario Draghi diventasse il nuovo Presidente del Consiglio.
Molti giornali supportano l’idea dopo le dimissioni del premier Conte il 20 agosto 2019.
Il nome di Draghi viene fatto a Palazzo Madama.
Matteo Renzi cita Draghi quando dice che “all’Italia servirebbe la guida di una personalità di statura internazionale”.
Similmente, Silvio Berlusconi fa riferimento a Draghi in più occasioni. Nel 2013, l’aveva già candidato alla presidenza della Repubblica, definendolo “un presidio importante per l’Italia”.
Ma infine Giuseppe Conte viene riconfermato premier per un secondo esecutivo, l’attuale Conte bis.
Mario Draghi | Stipendio
Alla Goldman Sachs, Draghi guadagna 10 milioni di euro all’anno.
La Banca d’Italia però esige che il suo salario si conformi a quello degli altri governatori europei: 350mila euro l’anno rispetto ai 620mila percepiti dal suo predecessore.
Come presidente della Bce, Draghi percepisce attualmente 389mila euro l’anno.
Mario Draghi | Curiosità
Non sorprende che una personalità tanto importante come quella di Draghi nasconda vizi e curiosità degne di nota.
Al liceo Tasso di Roma, Draghi incontra Luca Cordero di Montezemolo e Giancarlo Magalli.
Il presidente della Bce ha una legge informalmente chiamata col suo nome (Decreto legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58).
L’economista è un insonne fisiologico che dorme solo tre ore a notte. Il resto del tempo lo impiega a leggere, scrivere e riordinare le idee.
Il 5 agosto 2011, scrive una forte lettera al governo italiano con l’allora presidente della Bce Trichet.
Draghi ama le attività all’aperto. È un buon giocatore di tennis e basket e ama scalare pareti ghiacciate.
Il 31 dicembre 2012, viene nominato uomo dell’anno dal Financial Times e dal Times.
Draghi è un salutista, non fuma e beve poco.
Forbes lo elegge il 18esimo uomo più potente al mondo nel 2018.
Draghi detiene 6 lauree honoris causa da università italiane e straniere.
Quando è a Roma, ama girare in macchina con la moglie alla guida, e passeggiare con il cane a villa Borghese.
L’economista è un amante del teatro classico. Giorgio dell’Arti riporta di spettatori che l’avrebbero visto “restarsene in camicia bianca sotto il sole, in fila al botteghino, senza accampare privilegi, in attesa di prendere posto tra le pietre”.
“Non usa il cappotto. È un’abitudine che hanno gli studenti di Harvard: anche sotto la neve, solo con la sciarpa, forse a sottolineare la loro superiorità da futuri padroni del mondo. Anni fa il suocero gli regalò un soprabito. Per non fargli dispiacere se lo portò appresso piegato sul braccio. Ma, sublimemente eroico, non lo ha mai infilato”, scrive Denise Pardo.
Il presidente uscente della Bce è inoltre insignito di 3 tra le più alte onorificenze italiane e straniere: Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e Gran Collare dell’Ordine dell’infante Dom Henrique (Portogallo).
Mario Draghi è autore di 3 libri: Produttività del lavoro, salari reali, e occuapazione (1980), Il testo Unico della finanza. Banche, mercati, gestione del risparmio (1999), e Transparency, Risk Management and International Financial Fragility (2003).
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