Manovra, Salvini incontra le parti sociali al Viminale
Il vicepremier leghista Matteo Salvini ha incontrato oggi, 6 agosto, per la seconda volta, le parti sociali al Viminale in vista della preparazione della manovra economica del governo. “Ci vuole una manovra vera, con soldi veri per investimenti, opere pubbliche, infrastrutture”, avrebbe detto il ministro dell’Interno, secondo quanto hanno riferito all’agenzia di stampa Ansa alcuni presenti.
L’obiettivo del leader del Carroccio è sempre lo stesso: “Un coraggioso e sostanzioso abbassamento delle tasse”. Salvini ha specificato che si sta “lavorando all’eliminazione della Tasi e alla riorganizzazione della tassazione sulla casa”.
Ma la manovra, ha chiarito il ministro, non può essere un “gioco delle tre carte”, gli sgravi non debbono essere recuperati con nuove misure. “La situazione del Paese presuppone una manovra che vada oltre la spesa corrente”, servono “investimenti” su “infrastrutture e opere pubbliche”.
E sapendo che uno scoglio difficile da superare potrebbero essere i paletti fissati dall’Unione europea, Salvini ha detto: “Sono pronto ad andare a contrattare la flessibilità necessaria con l’Europa per spendere su questi obiettivi”.
“Pensiamo a 10-15 miliardi di riduzione delle tasse. A partire dal superamento del bonus Renzi” degli 80 euro, “che non vale dal punto di vista dell’accumulo contributivo per la pensione. Per superamento si intende la trasformazione in decontribuzione”, ha detto il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia.
Non è mancato, da parte del ministro Salvini, l’elemento di polemica con gli alleati del Movimento 5 stelle. Dopo aver detto “sono stanco di essere insultato dai miei alleati”, Salvini ha lanciato un messaggio all’altro vicepremier, il grillino Luigi Di Maio: “Salario minimo proposto dal M5s? Prima viene il taglio delle tasse. Prima di ridistribuire bisogna crearla la ricchezza”.
Salvini incontra le parti sociali: chi c’era
Alla riunione al Viminale con il ministro Matteo Salvini per discutere della prossima manovra economica c’erano quarantacinque sigle dei sindacati e delle associazioni delle imprese. Numerosa anche la delegazione della Lega: hanno partecipato all’incontro Alberto Bagnai, Massimo Bitonci, Giulia Bongiorno, Claudio Borghi, Massimo Bussetti, Gian Marco Centinaio, Claudio Durigon, Dario Galli, Giancarlo Giorgetti, Guido Guidesi, Massimo Garavaglia, Armando Siri.
Siri è l’ex sottosegretario che si è dimesso dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta per corruzione nel settore dell’eolico in Sicilia. E di recente è stato indagato dalla Procura di Milano anche per autoriciclaggio per via di alcuni mutui “sospetti”. La presenza di Siri alla prima riunione con le parti sociali al Viminale aveva fatto alzare un coro di indignazione da parte delle opposizioni.
La posizione dei sindacati
“Il Paese è fermo, come dimostrano anche gli ultimi dati Istat e il rapporto Svimez”, ha sottolineato il vicesegretario generale della Cgil, Gianna Fracassi, al tavolo al Viminale con Salvini e le parti sociali: “Si aprono divari territoriali e sociali sempre più preoccupanti. Per ripartire, per creare lavoro, – avverte – serve un grande piano di investimenti pubblici e privati e nuove assunzioni nella pubblica amministrazione”.
“L’ Italia non ha bisogno di un salario minimo per legge. Abbiamo un sistema diffuso di contrattazione collettiva che copre praticamente tutti i settori produttivi. La malattia da curare è quella dei troppi contratti pirata”, ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl.
“Lì bisogna colpire e riconoscere i contratti collettivi sottoscritti dalle grandi associazioni sindacali ed imprenditoriali. Lasciamo questo tema del salario minimo all’autonomia delle parti sociali”.
“Noi vi abbiamo fornito i nostri documenti e le nostre proposte scritte, ora ci aspettiamo almeno qualche rigo che metta nero su bianco ciò che intendete fare con la Finanziaria, proprio a partire dalla questione fiscale”, ha chiesto, provocatoriamente, il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo.
“Siamo d’accordo con voi sulla necessità di ridurre le tasse – ha sottolineato il leader della Uil – ma vorremmo capire come e a chi. Per parte nostra, ribadiamo la necessità di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, perché cosi queste categorie di cittadini recuperano il loro potere d’acquisto e possono dare il loro contributo al rilancio dei consumi”.
La posizione di Confindustria e Confesercenti
“Coniugare flat tax e cuneo fiscale riducendo le aliquote intermedie nel primo caso e abbassando il peso delle tasse sui salari bassi, anche in forma d’incentivazione al lavoro, nel secondo”. È la posizione che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
“Le proposte emerse sono in gran parte condivisibili, dal focus su crescita e infrastrutture al cuneo fiscale, anche se serve qualcosa di più per le piccole imprese. Siamo convinti che rimettere i soldi in tasca alla famiglia sia la strada giusta per il ritorno a livello di crescita sopra lo zero”, dice la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise. “Certo – avverte – bisognerà vedere come l’intervento si concretizzerà”.
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