“Quel che sta avvenendo a Roma è inaccettabile, preoccupa e ferisce ma purtroppo non sorprende. Alcuni giorni fa avevamo lanciato l’allarme insieme all’Anpi e a tutta la Roma antifascista. Cortei o manifestazioni neofasciste che spargono odio e violenza mettendo a rischio la salute pubblica non devono essere mai più autorizzate”. Lo scrive in un post su Facebook il Partito Democratico di Roma in merito ai disordini avvenuti durante la manifestazione in corso oggi, sabato 6 giugno 2020, al Circo Massimo organizzata da “I ragazzi d’Italia”, gruppo che riunisce organizzazioni di ultradestra tra cui Forza Nuova.
“Il Partito Democratico di Roma sostiene l’appello dell’ANPI e delle associazioni antifasciste della Capitale nel chiedere al Prefetto e al Questore di Roma di vietare la manifestazione pericolosa ed eversiva annunciata per il prossimo 6 giugno da gruppi ultras neofascisti”, era stato infatti il contenuto di un post sulla stessa pagina Facebook dei dem lo scorso 3 giugno, nel quale veniva fatta esplicita richiesta di vietare il raduno neofascista. “Nelle giornate del 30 maggio e del 2 giugno sono già state calpestate per le vie di Roma le regole e insultate le istituzioni democratiche: Roma medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza non merita – avvisava il Pd – questo ulteriore oltraggio che mette a repentaglio ancora una volta l’ordine pubblico e la salute di tutti i cittadini”. “La Capitale non può – proseguiva il post social – e non deve accogliere chi semina odio e violenza sulle ferite del paese offendendo la Costituzione e la democrazia. Non passeranno, insieme ai nostri eletti ci batteremo in ogni sede per impedirlo”.
Nel corso del raduno i manifestanti, che hanno intonato diversi cori neofascisti come “Libertà, Libertà” e “Duce, Duce”, hanno poi preso di mira i giornalisti presenti al Circo Massimo, caricando cameraman e altri operatori. Oggetti e bombe carta sono stati lanciati contro la polizia, che ha poi avanzato con uomini in assetto antisommossa e idranti al fine di ripristinare la normalità.