M5s, restituzioni al palo: Di Maio si affida al recupero crediti per i morosi
Un parlamentare su quattro del Movimento 5 stelle non restituisce parte del proprio stipendio dalla primavera del 2019. Nelle casse del M5s ormai manca quasi un milione di euro di restituzioni. E il capo politico Luigi Di Maio ha deciso quindi di passare alle maniere forti. Così, come rivela il quotidiano La Stampa, sarà uno studio legale di Roma a occuparsi di esigere quanto dovuto dai parlamentari morosi. Insomma, è tempo di recupero crediti.
Uomo avvisato, mezzo salvato. Che vale anche per grillino avvisato, mezzo salvato. C’è ancora tempo qualche settimana, poi a chi non restituirà la parte di stipendio dovuta al Movimento 5 stelle arriverà la lettera dello studio legale. E partirà tutta una trafila burocratica che potrebbe portare anche al pignoramento dello stipendio dei parlamentari che non vogliono cedere.
D’altronde, chi è causa del suo mal pianga se stesso: sono stati proprio i parlamentari pentastellati che non volevano pagare a mettere in dubbio il fatto che le restituzioni fossero dovute. Di Maio allora si è rivolto all’Agenzia delle Entrate ed è venuto fuori che la restituzione di parte dello stipendio non è una donazione ma un obbligo giuridico imposto dalle regole interne del M5s.
E così, anche se la festa per i 10 anni del Movimento che si svolgerà a Napoli questo fine settimana, è stata organizzata quasi senza restituzioni da parte dei parlamentari, non sono pochi gli eletti M5s che adesso, grazie all’intervento dello studio legale, dovranno affrettarsi a mettersi in regola.
C’è chi si è fermato ai primi mesi del 2019, chi addirittura è fermo al 2019. Il senatore Lello Ciampolillo è da record: non ha mai versato un euro.
Ma c’è chi teme che questa nuova battaglia del leader Di Maio, che già deve fronteggiare una pressante opposizione interna, potrà portare a nuove fuoriuscite. Magari proprio tra i morosi.