Il M5S da Gino Strada al Decreto Sicurezza bis
Candidavano alla presidenza della Repubblica Stefano Rodotà. Avrebbero voluto lì Gino Strada, uomo che delle disperazioni e delle povertà ha fatto ragioni di vita, elogiavano Don Gallo, fratello dei disperati e dei diversi e degli ultimi, e si facevano gran belle fotografie con Don Ciotti e Gian Carlo Caselli, membri di Libera che da giorni (giustamente) si indigna per questa ennesima schifezza che è il Decreto Sicurezza bis [cosa prevede]: se volete toccare con mano l’involuzione del Movimento 5 Stelle bastano questi nomi per capire come il Movimento di oggi non abbia niente a che vedere con lo spirito fondativo.
Provate a pensare cosa si sarebbe detto, nei giorni della nascita del Movimento 5 Stelle, sull’andare a braccetto con il peggiore leghista che si sia mai visto in tutti questi anni. Dico, ve lo ricordate Beppe Grillo che ci voleva convincere che il Movimento 5 Stelle fosse l’unico argine contro il razzismo e il fascismo? Disse proprio così, Grillo, e chissà cosa pensa oggi mentre osserva la sua creatura politica svenduta alla criminalizzazione della solidarietà per non rovinare la digestione al Capitano leghista. E chissà che ne dicono quelli che per anni ci hanno ripetuto che il Movimento 5 Stelle era diverso da tutti, lontano da tutti e oggi vedono i ministri grillini offesi ogni giorno dagli alleati leghisti, trattati come pezze da piedi, perfino irrisi dai leghisti.
Chissà che fine ha fatto quella fierezza di essere diversi, oggi che per l’ennesima volta il M5S ha votato l’ennesima fiducia, quella che faceva imbestialire Di Battista e Taverna e compagnia cantante, per fare passare un decreto che è incostituzionale e che è solo aria fritta buona per la prossima campagna elettorale della Lega, sempre intenta a svuotare gli altri di voti.
Chissà che ne dicono quelli che con baldanza dicevano che la sinistra è morta perché il Movimento 5 Stelle si era fatto interprete di quei bisogni e di quegli ideali, chissà che ne dicono oggi mentre sono finiti a fare gli scendiletto del razzista Salvini e dei suoi sodali. E chissà cosa ne dicono quelli che amavano i grillini perché loro no, loro non sono attaccati alla poltrona e invece pur di non innervosire il proprio avversario oggi stanno riempiendo le bacheche dei loro social di imbarazzanti giustificazioni per il voto di ieri.
Hanno salvato il loro alleato dal processo, loro che hanno fatto campagna elettorale per anni facendo tintinnare le manette. Ora hanno reso la solidarietà un reato. Gli va bene che non ci sia Rodotà a dirci che cosa ne penserebbe, ma basta andarsi a leggere Gino Strada. Basta questo.