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M5S crisi Di Maio news – A cinque giorni dalle elezioni europee la crisi interna al Movimento 5 stelle è una ferita aperta, nonostante il voto sulla piattaforma Rousseau, il sito online della base dei Cinque Stelle, si sia espresso in larga maggioranza (l’80 per cento) per confermare Luigi Di Maio come leader.
Oggi 31 maggio si capiscono i nuovi equilibri all’interno della maggioranza giallo-verde.
Tra i primi commenti arrivati sul post voto Rousseau c’è quello di Paola Taverna, una delle esponenti di maggior rilievo del Movimento 5 Stelle. La Taverna in un’intervista ha dichiarato di non aver mai avuto dubbi sul risultato della consultazione e ha difeso ancora Luigi Di Maio, il quale, a suo dire, va aiutato nella gestione del partito. La vicepresidente del Senato, inoltre, ha sfidato nuovamente Salvini sulla Tav, affermando che si tratta di un’opera inutile, e invitato la Lega a portare subito in Parlamento flat tax e legge sulle autonomie.
Poi è stato lo stesso Di Maio ad annunciare una riorganizzazione del M5S. Il capo politico, infatti, ha annunciato la sostituzione di due probiviri e svelato che sono in arrivo altre novità.
Nel frattempo, il sottosegretario Manlio Di Stefano in un’intervista ha dichiarato che il Governo non è in pericolo e che non cambia nulla per l’esecutivo dal momento che l’agenda è dettata dal contratto stipulato tra le due forze politiche. Su Di Maio, invece, Di Stefano ha affermato che: “ha svolto un lavoro straordinario” sia da ministro che da capo politico del M5S.
M5S crisi Di Maio news | Di Maio
Di Maio è stato confermato con 44.849 sì e 11.278 no e con l’80% dei voti come riportato sul Blog delle Stelle, il sito di riferimento del Movimento 5 Stelle.
Il Blog delle Stelle è stata data notizia anche di un record mondiale di partecipazione al voto online per una forza politica in un solo giorno. Le preferenze espresse sono state 56.127.
A chiedere il voto era stato lo stesso Di Maio, subito dopo la crisi che ha investito il M5S per il deludente risultato alle urne e dopo le accuse interne. Il senatore Gianluigi Paragone, ad esempio si era scagliato contro il ministro di Sviluppo Economico e Lavoro sostenendo che la “generosità” di “mettere insieme 3-4 incarichi, per me, in qualche modo, deve essere rivista”.