M5S, Conte: “Letta, Di Maio e Draghi volevano farmi fuori”
“Letta, Di Maio e Draghi hanno agito per farmi fuori”: lo denuncia il leader del M5S Giuseppe Conte all’indomani delle parlamentarie del Movimento, che hanno visto la partecipazione di oltre 50mila iscritti.
Intervistato da La Stampa, Conte ha dichiarato che “la crisi di governo è da imputare alla volontà del premier, a Enrico Letta e Luigi Di Maio” accusando il segretario del Pd e il presidente del Consiglio di essere “stati zitti mentre Di Maio metteva a repentaglio l’equilibrio della maggioranza”.
Secondo l’ex premier, nonostante il ministro degli Esteri abbia dichiarato di considerare una “minaccia” il M5S “né il presidente del Consiglio, che è venuto in Parlamento e non ha voluto dialogare, né il Pd hanno detto nulla”.
Sul listino di 15 nomi proposto da Conte, che è stato approvato con quasi il 90% dei votanti, l’ex presidente del Consiglio ribadisce che non si tratta di “fedelissimi, ma di persone in grado di contribuire alla realizzazione delle battaglie” del Movimento.
Tra queste c’è il tema del lavoro con Conte che ha proposto la riduzione di 4 ore dalle 40 settimanali a parità salariale, in particolare nei settori ad alta tecnologia. Il leader M5S, poi, ha sottolineato di non aver definito il suo partito “di sinistra”, ma una “forza progressista”.
Secondo Conte, inoltre, l’unico voto utile è proprio per il M5S dal momento che il Pd ha “idee confuse”: “Letta aveva stretto un accordo con Calenda e l’obiettivo era rivedere il reddito di cittadinanza e il Superbonus. Oggi invece il Pd dice di essere una forza sociale ed ecologica, tutto il contrario di tutto”.
L’ex premier giudica “deludente e incomprensibile” il comportamento del Pd ed esclude un Draghi-bis nel caso in cui non vi fosse una maggioranza chiara dopo le elezioni: “Se alle elezioni non vincerà nessuno non ci sarà un Draghi bis”.
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