In vista delle elezioni europee il Movimento Cinque Stelle ha presentato il regolamento per la selezione dei propri candidati. Il sistema prevede alcune novità rispetto al passato. In particolare una: la laurea, la conoscenza della lingua inglese o un alto livello di specializzazione in un determinato campo professionale saranno riconosciuti come “meriti speciali”.
La novità è stata accolta da molti commentatori come una svolta epocale per un movimento che ha sempre guardato con diffidenza ai cosiddetti esperti, portando avanti il principio “uno vale uno”.
Lo stesso capo politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, non è laureato e ha più volte espresso il concetto secondo cui “gli esperti, quelli preparati, li abbiamo già visti all’opera e abbiamo visto come hanno ridotto l’Italia”.
In particolare, saranno previsti nove “meriti speciali”. A parte quelli che riguardano la partecipazione attiva alla vita del movimento, vengono menzionati la “laurea triennale o specialistica (magistrale) o un dottorato di ricerca o un master post-laurea”, la conoscenza dell’inglese a livello B2 e “riconoscimenti pubblici rilevanti, menzioni speciali, premi riconducibili a svariati ambiti (sociali, sportivi, culturali, imprenditoriali).
Saranno inquadrati come candidati “super competenti”, poi, i candidati con “un alto livello di specializzazione in un determinato campo professionale o di ricerca” o che presentano nel curriculum “esperienze lavorative di eccellenza”.
Non si tratterà, è bene precisarlo, di requisiti: una persona non laureata, che non conosce una parola di inglese e che non ha mai lavorato in vita sua potrà comunque candidarsi. Questi “meriti” attribuiranno solo un punteggio speciale al candidato che gli darà maggiore visibilità.
In sostanza, quando gli attivisti andranno sulla piattaforma web Rousseau per decidere chi candidare alle europee, troveranno in cima all’elenco persone che hanno uno o più di questi “meriti”.
Questa dei “meriti speciali” non è l’unica novità annunciata dal M5S: sull’onda dei sondaggi che vedono il movimento in crisi (trend confermato anche dalle deludenti elezioni regionali in Abruzzo), Di Maio per la prima volta nella storia pentastellata ha aperto a possibili alleanze con liste civiche locali. “Ragioniamo su alleanze con liste civiche in voto locale”, ha detto il vicepremier.
Sarà lo stesso capo politico, inoltre, “sentito il garante” Beppe Grillo, a scegliere i cinque capilista M5S per le elezioni europee.
Tutte novità che vanno nella direzione di trasformare sempre più il movimento paladino dell’anti-politica in un partito vero e proprio.
Leggi l'articolo originale su TPI.it