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    Di Battista shock nel libro: “Vi spiego perché Salvini ci massacra”. Di Maio furioso lo zittisce così

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 17 Giu. 2019 alle 09:15 Aggiornato il 17 Giu. 2019 alle 09:28

    Di Battista libro | Sconfitta M5S | Di Battista Di Maio

    L’ex deputato del Movimento Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, lancia il suo libro sul fallimento del movimento stesso con un articolo al veleno. Il volume si chiama Politicamente scorretto e verrà pubblicato con il Fatto Quotidiano.

    Di Battista è attualmente senza incarichi e attacca direttamente “il M5S al governo” che, a suo dire, “ha avuto paura di dire la verità”.  Secondo Di Battista “una linea troppo moderata che avrebbe portato il Movimento ad aver paura”.

    “Paura di sembrare politicamente scorretti, una volta diventati Istituzione, paura di attaccare la Lega, paura di prendere posizioni scomode in ambito internazionale e sull’Europa”, commenta l’ex deputato tornato dai suoi viaggi in giro per il mondo.

    Poi spiega, tra il punto di vista esterno di chi si è distaccato e quello ancora interno al M5S: “Abbiamo perso perché ci siamo trasformati in burocrati rinchiusi 18 ore al giorno nei ministeri. Mentre Salvini al ministero non ci stava quasi mai”.

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    L’accento, più che sull’assenza del leader della Lega dal Viminale, viene posto sull’eccessiva presenza in ufficio dei governativi M5S.

    Quello tra Di Battista e Di Maio è un duello che si ripete molto spesso.

    Il  vice premier Di Maio questa volta lo gela: “Non ho letto l’articolo che lancia il libro. Sono concentrato sulle cose da fare, a partire dal salario minimo”. Ma c’è di più. Si fa sapere, quasi a smentire l’immagine di un vicepremier in marsina e incollato alle poltrone ministeriali, che Di Maio è costantemente sul territorio: è andato in Sardegna, per le Comunali, e il prossimo weekend sarà alle assemblee regionali M5S.

    Di Battista prende distanza dal M5S al governo proprio quando annuncia la ricandidatura alle prossime Politiche, dove potrebbe esserci un cambio di testimone. Magari con una staffetta concordata: con Di Maio capo politico, può restare 10 anni, per statuto, e Di Battista candidato premier.

    Non è la prima volta che Di Battista è critico. Al suo ritorno dal Centro America, durante un incontro con i parlamentari aveva detto: “Basta farsi le foto in giacca e cravatta, con dietro le bandiere. Dobbiamo smetterla di farci foto in ufficio, come dei burocrati qualunque”.

    La reazione? Di Maio e i suoi si irritano e chiedono di abbassare i toni.

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