Letta continua a tessera la tela, stavolta a livello nazionale, della coalizione costruita a Siena. L’embrione del nuovo Ulivo, “da Renzi a Fratoianni”. Un primo passo potrebbe concretizzarsi proprio nei ballottaggi di metà ottobre. E probabilmente anche di questo avranno discusso nei giorni scorsi Enrico Letta e Romano Prodi alla festa per i 70 anni di Pier Luigi Bersani a cui ha preso parte buona parte del governo e un pezzo di storia del centrosinistra. “Letta ha salutato tutti – racconta un ospite – ma ha parlato a lungo soltanto con Prodi, una lunghissima chiacchierata appartati”. Soli soletti.
Ma non tutti accetteranno di buon grado le strategie del segretario dem pisano. Perché in Parlamento è già partita la corsa per creare i nuovi gruppi liberaldemocratici. Una corsa che vede pronti ai nastri di partenza Carlo Calenda e Matteo Renzi, e come spettatori molto interessati una componente di Forza Italia, Coraggio Italia del governatore Toti e del sindaco Brugnaro, un manipolo di prossimi fuoriusciti del Pd, Più Europa di Emma Bonino.
Chi sta lavorando al progetto spiega a TPI che i leader di Italia Viva e di Azione non scioglieranno i loro partiti, ma che “si tratterà di mettere in campo un gruppo parlamentare comune, che sia attrattivo per i nuovi arrivati e che sia nei fatti il vero presidio del sostegno a Mario Draghi”. Intanto tra i due, Renzi e Calenda, e questa è un’altra notizia, dopo mesi di indifferenza, c’è stata la prima chiacchierata distesa.
I risultati di Roma e quelli raccolti da Iv un po’ in tutta Italia sono serviti a sdoganare un’idea che era nell’aria da mesi, i tonfi di Conte e le difficoltà di Salvini hanno convinto anche i più riluttanti. Gli obiettivi del nuovo gruppo, spiegano fonti di primissimo piano vicine al dossier, sarebbero due: concentrare un numero adeguato di parlamentari per pesare nel risiko del Quirinale e soprattutto preparare per tempo il battesimo elettorale, anche nel caso di elezioni anticipate. ‘Non ci faranno il regalo di un ritorno al proporzionale’ spiega un deputato centrista, ‘ma noi puntiamo a raggiungere una percentuale importante, intorno al 15%, potrebbe andarci bene anche il Rosatellum’.
“Letta dovrà fare una scelta di campo”, aggiunge un altro, “o noi con la nostra cultura liberale o Conte con le sue aberrazioni populiste. Se farà la stessa cosa che ha fatto Gualtieri, ben venga l’alleanza con il Pd” e aggiunge “Ci vuole una nuova Margherita accattivante e innovativa che spinga il Pd lontano dai qualunquisti, come quella di Rutelli e Marini spinse i Ds a completare il percorso dal PCI al riformismo contemporaneo”.
I nomi? Troppo presto per dirlo, ma da Forza Italia e Pd potrebbero uscire anche volti importanti. I tempi? “Diciamo che il prossimo anno la Pasqua cade tardi, ad aprile, per allora il gruppo parlamentare sarà nel pieno delle sue funzioni”, prevede chi sta lavorando al nuovo terzo polo.