Finalmente anche i giornaloni stamattina ci sono “arrivati” seppur con una settimana di ritardo rispetto a TPI: il vero problema, il motivo della “cacciata” di Zingaretti era chi doveva fare le liste elettorali in vista delle prossime elezioni politiche che molti big dem (ma non solo loro a dire il vero, perché sono ragionamenti che si fanno anche in altri partiti) vedono già il prossimo anno, subito dopo l’elezione del nuovo capo dello Stato.
Insomma, il Pd è “saltato” perché i renziani di ogni risma e sorta non volevano lasciare l’onere e l’onore della compilazione delle liste elettorali al Zinga nazionale (che di sicuro non sarebbe stato molto “gentile” nei loro confronti) e avrebbero preferito che a farle fosse stato un segretario “amico” come Bonaccini (o magari Nardella). Ma per lo stesso motivo, proprio perché si teme il voto l’anno prossimo, non si vuole che Enrico Letta, il jolly pescato da Franceschini per fare il segretario, possa durare fino al 2023: in tal caso sarebbe ancora un antirenziano (lo ‘stai sereno’ non è stato certo dimenticato) a compilare le liste elettorali.
Insomma, Base Riformista rischia di cadere dalla “padella” Zingaretti alla “brace” Letta. Il ragionamento fatto da Franceschini e che ha portato alla possibile scelta del nipote di Gianni Letta (uno dei grandi tessitori dell’operazione Draghi) come possibile segretario Pd è di “rimettere in sintonia il partito con il governo” spigano dal Nazareno: per questo sul nome di Letta sarebbe già arrivato il “gradimento” di palazzo Chigi, un modo per stabilizzare l’esecutivo ora che si entrerà nel vivo di partite vitali come vaccinazione e recovery.
Ma il “francese” Letta raccoglie consensi anche al Quirinale, dove siedono amici “storici” tra i collaboratori del Presidente, amicizie che risalgono ai tempi della gioventù. E poi, si ricorda dal Colle, potrà essere utile per consolidare strategicamente i rapporti con l’Eliseo tanto più ora che si sta studiando un meccanismo di consultazione tra Roma e Parigi per controbilanciare lo strapotere tedesco. E la “diplomazia parallela” del Quirinale sa benissimo che Letta è gradito in tutti gli ambienti francesi che contano.
Letta tuttavia ha chiaramente detto che al momento è fuori dai giochi e che anzi l’assemblea dem in programma per il 13 e 14 marzo (ma è possibile un rinvio) dovrebbe chiedere a Zingaretti di rimanere segretario e tornare come capo.
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