Legge eutanasia Pd spaccato | A che punto siamo con il disegno di legge sul fine vita? A un binario morto, come si suol dire. Lo scorso ottobre, la Corte Costituzionale – vagliando il procedimento contro Marco Cappato, accusato del reato di aiuto al suicidio per aver accolto l’appello di Dj Fabo, accompagnandolo in una clinica svizzera dove ottenne il suicidio assistito – rilevò la sussistenza di un grave vuoto legislativo in materia e ordinò al Parlamento di colmarlo con una legge dato che “l’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti”.
Sono passati ormai oltre nove mesi dalla richiesta della Consulta ma, a quanto pare, nulla sembra realmente muoversi. Il termine sancito dalla Corte Costituzionale scadrà a breve, il prossimo 24 settembre, e al momento la legge pare essere finita in quello che potremmo tranquillamente definire un “pantano” istituzionale. Di eutanasia, ormai, si parla sempre meno in Italia e l’argomento sembrerebbe destinato a scivolare nel dimenticatoio, non fosse per la tenacia del leader dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, che continua a combattere e a chiedere ai leader di maggioranza e opposizione di dare delle risposte.
A che punto siamo, dunque? Varie sono le proposte di legge depositate in Parlamento e al momento sono in corso le audizioni. Tre sono favorevoli all’introduzione di forme di eutanasia legale mentre una – della Lega, a prima firma Pagano – non solo punterebbe a mantenere il reato di aiuto al suicidio, mitigando parzialmente la pena solo per chi “convive stabilmente con il malato e agisce in stato di grave turbamento determinato dalla sofferenza dello stesso”, ma anzi andrebbe anche a modificare sensibilmente la legislazione in materia di bio-testamento, di fatto cancellando dei diritti già acquisiti. Nonostante sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle si dicano – a parole – favorevoli a una legge per un fine vita dignitoso e rispettosa dei dettami della Consulta, in Parlamento manca l’accordo e di fatto la legge sta affrontando un percorso legislativo ad ostacoli.
Nonostante il segretario dem Nicola Zingaretti abbia dichiarato, in un’intervista al Corriere della Sera, di essere favorevole all’approvazione di una legge sul fine vita che comprenda anche l’eutanasia, dal fronte Pd sembra non muoversi foglia. “È un tema che spacca il Partito Democratico quello del fine vita. L’ala più cattolica e conservatrice rifiuta l’idea di una legge sull’eutanasia, mentre quella più progressista la sostiene fortemente. Il tema è divisivo, quasi al pari delle unioni civili. In Aula la spaccatura su questo argomento è evidente ed è per questo che manca l’accordo per un approvazione bipartisan”, racconta una fonte dem a TPI.
“È noto come i vostri elettori siano in gran parte favorevoli, ma i vostri gruppi parlamentari hanno impedito la discussione in Aula dei testi depositati, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare depositata ben sei anni fa”, si legge nella missiva indirizzata da Marco Cappato a Zingaretti e Di Maio. “Quello che però accade in parlamento, M5S e Pd stanno di fatto sabotando la legge perché la discussione che doveva essere a maggio, poi a giugno, poi a luglio è stata rinviata a dopo le vacanze, a settembre. E allora cari Di Maio e Zingaretti, se volete sabotare la legge sull’eutanasia legale ditelo chiaramente oppure date l’occasione ai parlamentari di discuterne”, ha spiegato Cappato in un video girato durante un sit-in sotto al Mise.
Nonostante i tempi stringano, dunque, il Parlamento ha deciso di rinviare a settembre. Abbastanza improbabile che al ritorno dalla chiusura estiva il Parlamento riesca in pochi giorni a legiferare su un tema così complesso e divisivo come quello del fine vita. Molto probabilmente, dunque, sarà direttamente la Consulta a colmare il vuoto legislativo.