“Credo che la soglia del 5 per cento sia non discutibile. Quel 5 per cento non è messo a caso ma è il giusto correttivo di un proporzionale che dia stabilità al governo. Non è un numero figlio della casualità. Ma figlio del confronto politico. È una delle condizioni per andare avanti non ci sono margini di discussione”. Lo ha detto il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti oggi – giovedì 1 ottobre – a proposito della legge elettorale nel corso di una conferenza stampa al Nazareno dedicata alle riforme istituzionali. “Vorremmo aprire una fase nuova nella vita politico-istituzionale del Paese”, ha spiegato. Va ricordato che l’adeguamento della legge elettorale è proprio la condizione che il PD aveva posto per dare il proprio sostegno alla riforma sul taglio dei parlamentari. (Qui il testo di riforma costituzionale presentato oggi).
Il Brescellum in discussione
Lo scorso 10 settembre la commissione Affari costituzionali della Camera ha adottato il testo base della nuova legge elettorale, scritto già a gennaio dal presidente della commissione Giuseppe Brescia (per questo viene definito Brescellum), esponente del Movimento 5 Stelle. La proposta era stata sostenuta dal PD e dal M5S, contro le opposizioni, mentre Italia Viva non aveva partecipato al voto e LeU si era astenuta. La prossima tappa è quella del 26 ottobre per la discussione generale alla Camera. L’accordo, al momento, è sul proporzionale puro con il 5 per cento di sbarramento.
Dialogo in Parlamento
La proposta di riforma costituzionale del Pd – ha detto Zingaretti – è “offerta agli altri partiti della maggioranza”, ma anche alle opposizioni: “Forza Italia con il presidente Berlusconi ha già dato una disponibilità ad una discussione e non c’è per fortuna una chiusura pregiudiziale dei leader della destra italiana, Meloni e Salvini”. “Con il poterne discutere credo che ci sia un’evoluzione positiva. Oggi viene fatta la proposta, ma certo non ho visto muri, contrapposizioni, dinieghi. Dal punto di vista politico c’è maggiore forza”, ha aggiunto il segretario Dem.
Una terza via rispetto a listini bloccati e preferenze
Rispetto alle preferenze Zingaretti ha sottolineato: “Il sistema perfetto non esiste ma a livello personale, rispetto alle preferenze si potrebbe pensare ai collegi inseriti in un sistema proporzionale come in passato avveniva per il Senato e per i consigli provinciali. Un modello più adatto ad andare incontro alla domanda che c’è di rapporto tra eletti ed elettori, salvaguardando la parità di genere”.