La Lega diserta il Cdm sulla riforma fiscale, Letta: “Strappo gravissimo”
“Tassare la casa sarebbe una follia”. A poche ore dal tracollo della Lega nelle grandi città alle elezioni amministrative, Matteo Salvini ha scelto di rompere con il resto della maggioranza sulla riforma fiscale, ritirando la delegazione della Lega dal consiglio dei ministri in cui ieri è stata approvata la legge delega che prevede la riformulazione dei valori catastali degli immobili, come chiesto dalla Commissione europea.
Un “gesto serio” lo ha definito ieri Mario Draghi, nella conferenza stampa in cui ha presentato il provvedimento. L’ex presidente della Banca centrale europea ha anche detto di aspettarsi una spiegazione sull’assenza dei ministri della Lega al consiglio dei ministri. “Si tratta di un’operazione di trasparenza ma non cambia assolutamente l’imposizione fiscale sulle case e sui terreni”, ha detto Draghi, spiegando che la contestata riformulazione delle rendite catastali, da adeguare alle rendite di mercato, non porterà ad aumenti delle tasse almeno fino al 2026. “Una decisione è costituire una base di informazione adeguata, e ci vorranno cinque anni, un’altra decisione è cambiare le tasse. Noi la seconda decisione non l’abbiamo presa. Solo nel 2026 se ne riparlerà”, ha detto. “Gli scambi avvenuti nei giorni passati in cabina di regia e in varie conversazioni avevano dato informazioni sufficienti a valutare il contenuto della legge delega”.
Di diverso avviso il segretario della Lega, che in una conferenza stampa a Montecitorio ha spiegato che la delega avrebbe avuto contenuti diversi da quanto concordato. “Non votiamo la delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi”, ha detto. “I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14. Non è l’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani. C’è qualcosa da cambiare nella modalità operativa”.
Il gesto del leader leghista ha scosso anche gli esponenti degli altri partiti della maggioranza, primo fra tutti Enrico Letta, che dopo i risultati positivi del centrosinistra alle elezioni del 3 e 4 ottobre aveva parlato di una “grande vittoria che rafforza il governo Draghi”.
“La Lega si è assunta la responsabilità di uno strappo gravissimo e incomprensibile, a meno che non lo si leghi al risultato di ieri, disastroso per la Lega. Hanno bisogno che si parli di altro”, ha detto il segretario del Partito democratico alla trasmissione Di Martedì su La7. “Salvini e Meloni non hanno colto il fatto che è cambiato completamente il vento sia a livello europeo che nazionale”, ha aggiunto Letta, che nell’ultima tornata elettorale ha vinto personalmente le elezioni amministrative tenute a Siena.
Dopo l’approvazione del consiglio dei ministri di ieri, il testo della legge delega, che prevede anche la revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e di quella sui redditi delle società (Ires), oltre alla razionalizzazione dell’Imposta sul valore aggiunto (Iva), dovrà essere approvato da Camera e Senato. In seguito, il governo avrà 18 mesi di tempo per attuare la riforma emanando i decreti attuativi.