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    L’editoriale del Guardian sulla Draghi-dipendenza: “Prima o poi la democrazia dovrà tornare”

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 10 Gen. 2022 alle 20:46

    L’editoriale del Guardian sulla Draghi-dipendenza: “Prima o poi la democrazia dovrà tornare”

    “Prima o poi la democrazia dovrà tornare”. Lo sostiene il Guardian, che ha dedicato un editoriale alla “Draghi-dipendenza” di cui soffre l’Italia. Una condizione “comprensibile, ma non salutare”, afferma il quotidiano britannico nel titolo dell’articolo pubblicato ieri, in cui ricorda come, nonostante i “successi” dell’ex presidente della Banca centrale europea, la “politica tradizionale” dovrà presto fare il suo ritorno anche in Italia. “L’emergenza Covid, che ha coinciso con una situazione caotica in parlamento, dove due coalizioni instabili si sono sfaldate, ha giustificato una sospensione della politica normale”, afferma il Guardian, sostenendo che Draghi “ha usato bene il tempo” che gli è stato concesso.

    “Il piano di ripresa dalla pandemia è stato finanziato con entusiasmo dalla Commissione europea, i cui funzionari considerano il primo ministro una guida affidabile e la gestione della pandemia da parte dell’Italia sotto la supervisione di Draghi è stata garantita”, riporta l’editoriale, affermando che “la carriera bancaria e la reputazione internazionale” di Draghi “hanno conferito all’Italia una nuova rispettabilità sui mercati finanziari e una maggiore influenza all’interno dell’Ue”. Una situazione inaspettatamente diversa da quella attraversata da altri paesi europei. “Rispetto alla Francia, dove la demagogia di estrema destra sta indirizzando la campagna per le presidenziali, o alla Gran Bretagna, dove l’opinione pubblica è stato scandalizzata dal comportamento tenuto nella Downing Street di Boris Johnson, la politica italiana si è distinta nel 2021 per essere insolitamente, e fortunatamente, noiosa”.

    Un “intermezzo”secondo il Guardian, che dovrà presto finire, con l’arrivo delle elezioni per scegliere il successore di Sergio Mattarella, in cui Draghi è uno dei candidati più quotati. “La sua uscita indebolirebbe gravemente l’autorità del governo e aumenterebbe la probabilità di elezioni anticipate, in cui la destra populista sarebbe favorita per la vittoria”, riporta l’editoriale. “Per questo molti del centrosinistra vogliono che il presidente del Consiglio rimanga lì dov’è il più a lungo possibile”. Secondo il quotidiano, il Partito democratico dovrebbe invece continuare dai successi riportati alle ultime amministrative, in cui ha “approfittato delle alleanze con il Movimento Cinque Stelle”, gruppo definito “anti-establishment”. “Per una vera e propria rinascita della sinistra italiana (…) ora deve trovare un modo per partire da quei successi, estendendo il suo richiamo oltre i professionisti urbani che ne costituiscono la base”, continua il Guardian che ha messo in guardia dall’ipotesi “disastrosa” dell’ascesa di un nuovo governo di destra “aggressivamente nazionalista”, che potrebbe mettere a repentaglio la ripresa dell’Italia e “il suo nuovo status a Bruxelles”. “La polarizzazione che ha caratterizzato la politica del Paese nell’ultimo decennio, portando all’ascesa di figure arroganti della destra come Matteo Salvini e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, può alla fine essere risolta solo passando per le urne”.

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