Lamorgese più “severa” di Salvini con le navi delle Ong. È quanto emerge da un’analisi del ricercatore dell’Ispi Matteo Villa, riportata oggi sul Corriere della Sera. Secondo i dati raccolti, infatti, l’attuale ministra dell’Interno, da quando ricopre questo ruolo, ha bloccato sette imbarcazioni con migranti a bordo delle organizzazioni non governative. Il bilancio di Salvini, quando era al Viminale, è invece di quattro navi fermate. Stando a questi dati, insomma, la linea del rigore salviniano sarebbe stata mantenuta anche dopo il cambio della guardia al Viminale.
Come spiega il Corriere, “fino a settembre 2019 (data di nascita del Conte 2 con l’avvicendamento tra Salvini e Lamorgese) contro le navi umanitarie si usava il sequestro penale, derivante dall’imputazione di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (vigente il decreto Sicurezza 2). Dalla primavera 2020 in poi questa misura viene sostituita dal fermo amministrativo della nave”.
“È come se si passasse da una repressione politico-giudiziaria con Salvini a una dissuasione burocratica più serrata con Lamorgese. Un mutamento che potrebbe spiegarsi anche con i diversi profili: tutto mediatico Salvini, portato a enfatizzare a uso tv i blocchi in mare; tutta tecnica Lamorgese, incline alla sordina delle prefetture e delle capitanerie di porto. […] Con Salvini, inoltre, le Ong sono rimaste attive in mare 67 giorni e hanno atteso 263 giorni davanti alle coste italiane l’assegnazione di un Pos (un posto di sbarco sicuro); con Lamorgese sono state in mare 289 giorni e sono rimaste in attesa di Pos per 157 giorni”.
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