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    “Daremo all’Italia tutto quello che vuole”. Cronaca di un incredibile venerdì 13

    Di Alberto Bomba
    Pubblicato il 14 Mar. 2020 alle 09:29 Aggiornato il 14 Mar. 2020 alle 11:01

    Giovedì 12 marzo, ore 15:10. La borsa italiana è in caduta libera. La Presidente della BCE Christine Lagarde, durante la conferenza stampa indetta per presentare le nuove misure di politica monetaria adottate dalla Banca Centrale Europea, dichiara che non è un suo compito “ridurre gli spread” poiché “ci sono altri stumenti ed altri attori deputati a farlo”. Quindici minuti più tardi, alle 15:25, l’indice FTSE Mib arriva a registrare un calo del 10%. Sarà una delle giornate più nere per la borsa di Milano. L’indice Ftse Mib chiude a -16,92%, uno dei peggiori risultati giornalieri mai registrati sulla piazza finanziaria italiana. Sempre giovedì, intorno alle 20.

    Arriva la Nota del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una nota destinata a passare alla storia. Una nota che non è una risposta del Presidente della Repubblica alle parole della Presidente della BCE. O meglio: non solo. “L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del Coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea”. Mattarella ricorda al mondo politico europeo che le parole della Lagarde hanno coperto il loro assordante silenzio di fronte allo sforzo del governo italiano, che sta agendo in “maniera estremamente responsabile – molto più di altri – mettendo al primo posto il controllo dell’epidemia e non considerazioni economiche di breve termine” – per usare le parole di Olivier Blanchard, ex capo economista dell’FMI proprio ai tempi della Lagarde.

    A rispondere subito – questa volta direttamente – alla Lagarde ci avevano già pensato l’organo di vigilanza della borsa, la Consob, e il Governatore di Bankitalia – e membro del board della Banca Centrale Europea – Ignazio Visco. La prima aveva deciso di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto su 85 titoli azionari italiani a partire da venerdì 13 marzo, per fermare la speculazione. Il Governatore di Bankitalia invece aveva riportato sotto i riflettori la vera notizia della giornata, offuscata successivamente dalla goffa e infelice uscita della Lagarde. Visco, infatti, ribadisce il concetto: la BCE avrà la possibilità di fatto di acquistare miratamente titoli di Stato dei Paesi europei – e quindi anche quelli italiani.

    Fatto sta che a fine giornata, lo spread tra Btp e Bund tedeschi, schizzato quasi fino a 270 punti, si posiziona in chiusura a 262. Mentre la percezione in Italia è che l’unico alleato nell’emergenza della pandemia da Coronavirus è la Cina. La giornata di giovedì si chiude con la Lagarde che è costretta a tornare sui suoi passi e a dichiarare in una intervista alla CNBC che agirà affinché ogni “frammentazione e alti valori di spread causati dal Coronavirus compromettano la trasmissione della politica monetaria”.Un notevole dietrofront. La giornata di venerdì – in cui la borsa italiana registra punte del +17% – comincerà con la conferma che la frase pronunciata della Lagarde è in realtà una frase suggeritale da Isabel Schnabel, membro tedesco del Comitato esecutivo della Bce.

    Sempre venerdì – mentre il differenziale Btp/Bund oscilla intorno alla soglia dei 220 – un importante personaggio entra in scena. Si tratta di Philip R. Lane, Chief Economist alla BCE, dal profilo più tecnico e meno politico della Lagarde, a conferma del suo ruolo di contrappeso “tecnico” rispetto ai rapporti di forza politici all’interno del Board. Nell’articolo pubblicato sul blog ufficiale della BCE proprio venerdì mattina, Lane – con tanto di nota a margine che rimanda al parere della Corte di Giustizia Europe – ricorda a tutti gli addetti ai lavori che spread elevati inficiano la trasmissione della politica monetaria. In tempi di Coronavirus l’Europa non se lo può permettere.

    La giornata finisce e Milano chiude a 235 punti base. La migliore tra le borse europee con il Ftse Mib a + 7,12%. Le turbolenze del giovedì si traducono sopratutto nella massima della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “Daremo all’Italia tutto quello che vuole”. Ma non solo. Mentre la Presidente assicura la “massima flessibilità” nell’applicazione del Patto di Stabilità e per gli aiuti di Stato destinati all’emergenza sanitaria, da Berlino, i ministri delle Finanze e dell’Economia, Olaf Scholz e Peter Altmaier dichiarano la volontà di mettere in piedi un “programma di crediti illimitati per le aziende del paese che devono affrontare problemi di liquidità”. Si parte da almeno 550 miliardi di euro, ma “senza un limite massimo”.

    Se da una parte la dichiarazione di Lagarde e la conferenza stampa di giovedì hanno messo in secondo piano non solo il fatto che la BCE ha introdotto flessibilità ad hoc nell’acquisto dei Titoli di Stato, dall’altro hanno aperto una breccia nel mondo della politica europea. Una scossa goffa, e sopratutto ambigua. Non sarà possibile, infatti, andare avanti in una situazione in cui per una dichiarazione in principio giusta ma troppo meccanica, un paese fondatore alle prese con una pandemia arrivi a perdere in termini di Spread tutta la reputazione ritrovata a meno di un anno dalla nascita di un nuovo governo: non sapremo mai se quella della Lagarde è stata una gaffe.

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