Il presidente del Senato Ignazio La Russa propone di mettere mano alla Costituzione per riscrivere i rapporti tra politica e magistratura. “Insieme, in modo concorde – maggioranza, opposizione, magistratura – dobbiamo perimetrare questi ambiti. La lite non funziona”, dice l’esponente di Fratelli d’Italia in un’intervista al giornalista Tommaso Ciriaco sul quotidiano La Repubblica.
La proposta di La Russa arriva nel contesto di attacchi sempre più veementi da parte della maggioranza di centrodestra nei confronti di giudici e pubblici ministeri [LEGGI ANCHE: “Meloni più pericolosa di Berlusconi”: cosa dice esattamente la mail del giudice che ha fatto infuriare la premier].
Nell’intervista viene chiesto al presidente del Senato se ritenga che un pezzo di magistratura agisca mosso da finalità politiche: “Può darsi . risponde la seconda carica dello Stato – che ci siano singoli casi, ma non sono la regola. Penso piuttosto che alcuni magistrati vogliano affermare la propria visione della società e della politica attraverso la giurisdizione”.
La Russa bacchetta Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, che nei giorni scorsi, durante una puntata del programma tv Otto e Mezzo, ha affermato che la Costituzione italiana ha uno “spirito progressista. “In realtà l’hanno scritta cattolici, liberali, comunisti, conservatori”, fa notare il co-fondatore di Fratelli d’Italia. “Capisco che possa affermare che è permeata da spirito antifascista, ma non è progressista”.
E quando gli viene chiesto se intravede un “uso politico della giustizia”, La Russa osserva: “Nei casi grigi a volte si intende affermare la propria visione del mondo. Questa lettura forse può spiegare la sentenza sul centro in Albania“.
“La destra, che vuole governare, vorrebbe rispetto per le prerogative della politica. Ed è per questo che dobbiamo chiarire questa zona grigia. Perché altrimenti non si capisce quale sia il confine tra le funzioni della giustizia e quelle della politica”, dice il presidente del Senato.
La Russa insiste così nel suo ragionamento: “A chi spetta definire esattamente i ruoli della politica e della giustizia? Alla Carta costituzionale. Dopo Tangentopoli non è più stato così. Ci sono magistrati che vanno oltre, dando la sensazione di agire con motivazioni politiche. E ci sono d’altro canto politici che hanno il dente avvelenato con i giudici. Se la Costituzione non appare sufficientemente chiara, si può chiarire meglio”.
Ciriaco gli domanda se si riferisce a una riforma complessiva del Titolo IV della Costituzione. “Perché no?”, risponde il presidente del Senato: “Potrebbe essere utile una riforma che faccia maggiore chiarezza nel rapporto tra politica e magistratura. Così non funziona”.