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    Boldrini a TPI: “Abbassare l’Iva sugli assorbenti è un primo passo per rimettere le necessità delle donne al centro”

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 12 Nov. 2019 alle 13:15 Aggiornato il 13 Nov. 2019 alle 18:12

    Tampon tax, l’emendamento Boldrini per ridurre l’Iva sugli assorbenti | Intervista a TPI

    Il tema dell’Iva sugli assorbenti, che al momento sono tassati al pari dei beni di lusso, torna al centro del dibattito. La deputata dem Laura Boldrini ha presentato un emendamento al decreto fiscale per ridurre la tassa sui prodotti igienici femminili, dai tamponi interni agli assorbenti, passando per le coppette mestruali.

    “È un emendamento bipartisan. Spero che si arrivi a farlo approvare perché la trovo una cosa molto ingiusta quella di tassare il materiale igienico per le donne come un bene di lusso, è una necessità che ogni mese le donne hanno e che ha un peso economico sulle famiglie. Bisogna dare un segnale di discontinuità“, ha detto Laura Boldrini intervistata da TPI.

    “Alla scorsa legge di bilancio non ci siamo riusciti, io mi ero impegnata tanto. Mi sono arrabbiata del fatto che non siamo riusciti a trovare le coperture. Spero che quest’anno si riesca a ridurla almeno al 10 per cento, come primo segnale. E poi eventualmente ridurla al 5. Credo che si debba fare questo sforzo come in altri paesi”, continua l’ex presidente della Camera dei deputati.

    Al momento a questi prodotti è applicata l’aliquota del 22 per cento dell’Iva.

    L’emendamento Boldrini è stato sostenuto da altre 32 deputate, che chiedono di abbassare l’Iva dal 22 al 10 per cento, dal momento che gli assorbenti sono beni di prima necessità per ogni donna in età fertile.

    La deputata del Partito democratico ha presentato un emendamento all’articolo 45 del decreto fiscale, che dice: “Ai prodotti sanitari e igienici femminili, quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali, si applica l’aliquota del 10 per cento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) ai sensi di quanto disposto dal secondo comma dell’articolo 16 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633”.

    “Abbiamo una situazione economica che non ci aiuta. La mancanza di un’entrata può creare un problema. Credo che ci debba essere più attenzione alle necessità delle donne che sono state per troppo tempo trascurate nel nostro paese. Questo sarebbe un piccolo passo di attenzione, ma importante per rimettere al centro le loro necessità”, spiega Laura Boldrini a TPI.

    L’emendamento contro l’Iva sugli assorbenti è stato sottoscritto, oltre che dall’ex presidente della Camera Boldrini, anche dalle deputate di Italia Viva Lucia Annibali e Lisa Noja, da quelle del Pd Marina Berlinghieri, Chiara Braga, Enza Bruno Bossio, Susanna Cenni, Lucia Ciampi, Rosa Maria Di Giorgi, Chiara Gribaudo, Antonella Incerti, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Giuditta Pini, Barbara Pollastrini, Patrizia Prestipino, Lia Quartapelle, Angela Schirò. E ancora, dalle deputate di Leu, Michela Rostan Rossella Moroni, da quella di Forza Italia Renata Polverini, da Silvia Benedetti e Veronica Giannone del gruppo misto, oltre a una serie di deputate M5s: Stefania Ascari, Vittoria Casa, Celeste D’Arrando, Paola Deiana, Yana Ehm, Flora Frate, Conny Giordano, Vita Martinciglio, Antonella Papiro e Simona Suriano.

    Già l’anno scorso un emendamento simile per ridurre l’Iva degli assorbenti era stato presentato dal Partito democratico, su pressione della petizione del movimento Onde Rosa, ma era stato respinto dalla Commissione Bilancio perché non vi erano abbastanza coperture.

    In alcuni paesi europei e non i prodotti sanitari femminili non solo non costano quanto in Italia, ma sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione, come le studentesse.

    L’Iva sugli assorbenti non è l’unico problema delle donne in Italia, naturalmente. Abbiamo colto l’occasione per chiedere a Laura Boldrini – che si trova a Nairobi al summit internazionale sulla sviluppo delle donne dell’Unfpa – quali sono oggi in Italia le questioni più spinose per le donne. “La situazione lavorativa è la vera emergenza. Nel nostro paese solo il 49 per cento delle donne lavora e nel meridione arriviamo al 29 per cento, a fronte di una media europea del 62 per cento. C’è un’emergenza occupazione femminile che non può essere più trascurata”, spiega Boldrini.

    “Confido nel fatto che questo governo voglia cambiare la rotta, capendo che solo attraverso la valorizzazione del capitale umano femminile si riuscirà a uscire da questa stasi economica. Come dice il Fondo monetario internazionale, noi guadagneremmo 8 punti di Pil nel valorizzare e promuovere l’occupazione femminile. In un governo in cui ci sono più forze progressiste il tema della parità di genere e dell’apporto essenziale delle donne alla nostra economia debba essere di fondamentale importanza”, prosegue la deputata.

    Laura Boldrini racconta poi dell’intergruppo delle deputate sui diritti delle donne, a cui appunto appartengono parlamentari donne di diversi gruppi, e creato con la volontà di portare avanti questi temi.

    “Le donne parlamentari devono spendersi per il benessere delle donne di questo paese, e devono farlo insieme. Prima di essere parlamentari siamo donne. E dobbiamo batterci per l’emancipazione delle donne nella nostra società. Quando le donne acquisiscono nuovi diritti è la società tutta che ci guadagna”, dice Boldrini.

    L’ex presidente della Camera ci tiene a sottolineare come l’impegno per la tutela dei diritti delle donne sia una battaglia bipartisan. “Viviamo in un tempo storico in cui i partiti dell’estrema destra, queste lobby conservatrici e oscurantiste hanno un grande potere e molte risorse a disposizione e propinano una società chiusa guardando al passato. Una società con un modello vecchio in cui le donne hanno un ruolo solo all’interno della famiglia. Questo modello è funzionale al modello politico del sovranismo, del primatismo, a discapito delle donne. Per questi partiti le donne devono tornare a fare quello che per secoli hanno fatto. Oggi più che mai bisogna fare fronte comune contro questo vento di restaurazione. Bisogna convincere anche le donne della destra a non soccombere, a non essere vittime di questa dimensione che le vede gregarie e irrilevanti”.

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