Ius scholae e Cannabis slittano a settembre: la Lega esulta. Il centrosinistra cerca l’accordo con Forza Italia
“Ius scholae e cannabis rinviati al mittente”. Così la Lega ieri ha festeggiato il rinvio della discussione sulle proposte di legge per la cittadinanza ai minori immigrati e la depenalizzazione della coltivazione domestica della cannabis, sostenute da Partito democratico e Movimento 5 stelle.
“Grazie alla nostra determinazione in Aula, cittadinanza facile agli immigrati e droghe libere respinte al mittente e rinviate”, ha dichiarato il capogruppo della Lega in commissione Affari costituzionali alla Camera, Igor Iezzi.
Le due proposte, accusate da Matteo Salvini di creare “una spaccatura drammatica fra le forze che sostengono Draghi”, dovevano essere discusse dalla Camera durante il mese luglio. Quasi certo invece il rinvio a settembre, dopo l’ostruzionismo dei deputati leghisti che hanno prolungato i tempi della discussione sulla riforma degli Istituti tecnici superiori. Il calendario infatti difficilmente consentirà di discutere i provvedimenti prima della pausa estiva, vista la settimana corta, che esclude il giovedì, e il gran numero di norme urgenti in arrivo, tra cui il ddl Concorrenza.
Le proposte simbolo delle forze “progressiste” potrebbero quindi di essere accantonate in assenza di un accordo all’interno della maggioranza, dato il rischio di un voto anticipato. Mentre per quanto riguarda la cannabis sarà più difficile trovare i numeri, per la proposta sullo Ius scholae diversi esponenti di Forza Italia sarebbero disponibili a raggiungere un’intesa. Secondo il coordinatore dei forzisti, Antonio Tajani, sarebbe sufficiente allungare da cinque a otto gli anni di scuola richiesti per far ottenere la cittadinanza italiana a chi è arrivato in Italia prima dei 12 anni.
Per il radicale Riccardo Magi, deputato di +Europa, sarebbe possibile allungare i lavori parlamentari tramite il rinvio di una settimana delle ferie (che iniziano nella seconda settimana di agosto) o il recupero della settimana piena, votando quindi anche di giovedì.
I due testi avevano ricevuto il via libera dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia a fine giugno, poco dopo la scissione interna al Movimento 5 stelle, che aveva accentuato le tensioni nella maggioranza.