Ius culturae, Neri Italiani a TPI: “M5S non ci deludano sulla cittadinanza”
Ius culturae, M5S spaccato su cittadinanza. “Il movimento Cinque Stelle mi ha attratto ed è stato un grande movimento perché c’era il dialogo, il confronto, ma oggi a quanto pare non è più così. Bisogna capire esattamente che visione si ha di Paese, non stiamo dando riposte, stiamo rimandando un problema del quale comunque prima o poi si parlerà. Come politico e portavoce di Black Italians chiedo di cominciare a discutere di questa legge, basta propaganda. Basta propaganda sulla pelle dei bambini, portassero questa istanza in Commissione”.
A parlare è Paolo Barros, 30 anni, impegnato in politica come consigliere del MoVimento 5 Stelle nel IX Municipio di Roma. TPI lo ha incontrato a piazza di Montecitorio con Amin Nour, artista, attivista e portavoce di Nibi (l’associazione Neri italiani – Black italians).
I due erano appena usciti da un incontro con Giuseppe Brescia, presidente I commissioni Affari Costituzionali, proprio per discutere di cittadinanza e ius culturae.
Il dibattito su ius soli e ius culturae è prepotentemente ritornato tra i banchi della politica creando non pochi dissidi all’interno della coalizione di governo giallorossa.
In un animato discorso alla Bolognina, il segretario Pd Nicola Zingaretti ha rilanciato con forza la battaglia su ius soli, ius culturae e decreti sicurezza.
Un discorso che non è piaciuto per nulla ad alcune frange del Movimento Cinque Stelle, specie quelle che si riconoscono nel leader Luigi Di Maio, che ha commentato: “Vogliono far cadere il governo. Col maltempo che flagella l’Italia, il futuro di undicimila lavoratori a Taranto in discussione, qui si parla di ius soli: io sono sconcertato”.
Eppure, nonostante le affermazioni di Di Maio, l’interesse per discutere di cittadinanza non è del tutto scemato all’interno del Movimento.
Giuseppe Brescia, contattato da TPI, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Il timore, in questo momento, è quello di minare una situazione già instabile e tesa dovuta alle posizioni dei due leader Di Maio e Zingaretti”.
Eppure lo stesso Brescia continua i suoi incontri con gli attivisti e la politica locale – ultima prova proprio l’incontro di questa mattina – e le dichiarazioni che compaiono sul suo sito personale lo confermano. Una settimana fa, ad esempio, è comparso un articolo in cui raccontava:
“Continuano i miei incontri per discutere di cittadinanza, oggi con una rappresentanza della Rete G2 – Seconde Generazioni. Una nuova legge sulla cittadinanza non ha nulla a che fare con l’immigrazione. I tanti ragazzi che chiedono coraggio al Parlamento e alla politica sono già in Italia e aspettano solo una risposta dallo Stato dopo aver fatto un percorso di integrazione a scuola insieme ai loro coetanei italiani. Ascolteremo le loro esperienze in commissione e sarà ancora più evidente che la società è più avanti della politica”.
“C’è perplessità, avevamo dei valori e idee che nel tempo sono mutate, ogni giorno sono parecchio perplesso e confuso”, afferma il consigliere pentastellato Barros. “Che fine hanno fatto le nostre idee di partenza? Quando si parlava di diritti civili si è sempre parlato di buon senso, questa legge lo è. Io spero che la politica non ci abbandoni come ha sempre fatto. Ci hanno usato per la propaganda e poi ci hanno abbandonato”.
“Abbiamo appena avuto un incontro con Giuseppe Brescia, abbiamo palesato le nostre difficoltà e i nostri dubbi, non vogliamo più aspettare”, prosegue Barros, “sono 20 anni che si aspetta la cittadinanza in questo Paese. A quanto pare le priorità sono sempre altre. Dopo l’uscita infelice di Di Maio ho fatto domande molto chiare: ‘c’è la volontà politica di portare avanti questo disegno di legge?’. Ormai è un momento difficile per il M5S, lo so, ma bisogna dare risposte, la politica deve dare risposte. È un momento fondamentale. La pazienza è finita”.
Ma l’intento principale è quello di riuscire a portare a casa lo ius culturae e gli attivisti stavolta non intendono cedere:
“Stiamo cercando di fare mediazione a destra e a sinistra, per quanto possibile, per trattare il tema dello ius culturae. Italiani per cultura, ossia dopo un ciclo scolastico di 5 anni, con i genitori stabilmente residenti. Questa è una battaglia di civiltà che cerca di dare risposte a bambine e bambini nati o cresciuti qui in Italia che vivono una discriminazione burocratica con la scuola dell’obbligo”, afferma Amin Nour.
“Vorrei dire una cosa all’Onorevole Zingaretti: non faccia giochi di partito, non metta davanti le ideologie, cerchi di trovare le soluzioni con una mediazione tra tutti gli avversari politici, perché ritornare a parlare di ius soli, quando il Pd non è riuscito a dare la fiducia, sempre per la paura di dare più potere a Salvini non vale adesso. Faccia un passo indietro e accetti il discorso dello ius culturae”, conclude Amin.