L’Italia frena sulle armi all’Ucraina: “Rischio di generare una stanchezza nell’opinione pubblica”
Possibile cambio di rotta a Palazzo Chigi. Il governo frena sull’invio delle armi all’Ucraina citando la scarsa disponibilità di risorse e “la stanchezza dell’opinione pubblica”. A mettere i paletti è la stessa Giorgia Meloni che, durante una conferenza telefonica con Biden e gli alleati, ha detto di aver posto “i problemi dell’inflazione, dell’energia e delle migrazioni, che sono conseguenze del conflitto. Impattando sui cittadini rischiano di generare una stanchezza nell’opinione pubblica”. “Se vogliamo difendere l’Ucraina con forza dobbiamo anche fare attenzione a queste conseguenze”, ha evidenziate durante un’intervista a SkyTg 24.
Parole per certi versi inedite, che seguono lo stop momentaneo del Congresso statunitense agli aiuti all’Ucraina. Un compromesso con i repubblicani più vicini a Trump e meno entusiasti del sostegno dato a Kiev, per evitare lo “shutdown” delle agenzie federali Usa.
“Sugli aiuti siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina”, ha precisato ieri Meloni, “ed è quello che continueremo a fare compatibilmente con le richieste che arrivano e con la necessità di non sguarnire, non compromettere la nostra sicurezza: ci sta lavorando il ministero della Difesa”.
Anche il titolare della Difesa, Guido Crosetto, ieri ha frenato sui nuovo pacchetto di aiuti annunciato lunedì scorso dal ministro degli Esteri Antonio Tajani durante una visita a Kiev. “C’è una continua richiesta da parte ucraina di aiuti, bisogna verificare ciò che noi siamo in grado di dare rispetto a ciò che a loro servirebbe”, ha detto senza mezzi termini Crosetto. “Ci sono due aspetti: uno politico, che è ciò di cui ha parlato Tajani, e poi c’è la parte tecnica, per vedere cosa si è in grado di dare senza mettere in pericolo la necessità di preservare una Difesa italiana sempre”, ha sottolineato.
“L’Italia ha fatto molto, ha puntato molto sui sistemi di difesa antiaerea per fermare gli attacchi che vanno sulle infrastrutture civili ed energetiche, sulle città, sulle scuole. Il problema è che non hai risorse illimitate”, ha poi aggiunto. “E da quel punto di vista l’Italia ha fatto quasi tutto ciò che poteva fare, non esiste molto ulteriore spazio”.
Anche secondo Crosetto “’’opinione pubblica col tempo si è staccata dalla guerra perché questa ha coinciso con l’aumento dell’inflazione, la crisi industriale e di produzione. Tutto ciò ha creato un peggioramento delle condizioni di vita nei paesi delle democrazie occidentali”.
Il ministro della Difesa prevede che “in inverno ci sarà probabilmente la risposta russa alla controffensiva ucraina”. “Penso che la prossima primavera possa essere il periodo in cui, esaurite da entrambe le parti le armi per cercare di imprimere una svolta da una parte e dall’altra, si possa aprire un tentativo di dialogo”, ha detto.
Ieri il ministro e cofondatore di Fratelli d’Italia ha tenuto una conversazione telefonica proprio con il suo omologo ucraino, Rustem Umerov. “Sono grato all’Italia per la costante assistenza militare fornita all’Ucraina e per la partecipazione alla coalizione internazionale”, ha dichiarato in un post su X Umerov, che ha detto di aver discusso con Crosetto delle “necessità urgenti al fronte: sistemi missilistici a lungo raggio e sistemi di guerra elettronica”.
Secondo quanto riporta La Repubblica, proprio la richiesta dei missili a lungo raggio rappresenta per Roma un dilemma. La fornitura di missili aria-terra Storm Shadow già inviati in quantità limitate da Francia e Regno Unito, consentirebbe alle forze ucraine di raggiungere territori come la Crimea, in contrasto con la natura “difensiva” degli aiuti sempre rivendicata dal governo italiana.
Secondo fonti citate dall’Ansa, il nuovo pacchetto potrebbe riguardare sistemi o munizioni di contraerea e apparecchiature antidrone, ma tutto dipenderà però dalle disponibilità nei depositi della Difesa.
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