Incontro Pd-M5S, i commenti dei Dem
Hanno manifestato ottimismo gli esponenti Pd dopo l’incontro con i vertici del M5S di oggi, venerdì 26 agosto 2019, che ha aperto la trattativa per la nascita di una nuova maggioranza di governo, dopo le dimissioni di Giuseppe Conte.
“Non ci sono problemi insormontabili”, è l’sms inviato da uno dei membri della delegazione del dopo l’incontro. Poi detto il capogruppo Pd Andrea Marcucci al termine del tavolo di confronto ai giornalisti ha confermato: “La riunione si è svolta in un clima positivo e costruttivo, che ci fa ben sperare sulle prospettive”. “C’è stata un’ampia convergenza sui punti dell’agenda ambientale e sociale. C’è un lavoro molto serio da fare sulla legge di bilancio, sulle priorità”, ha aggiunto il capogruppo alla Camera Graziano Delrio.
L’ex ministro Andrea Orlando, vicesegretario Pd: “Abbiamo chiesto al M5S che questa interlocuzione sia l’unica come condizione per affrontare gli ulteriori punti, che affrontati, a livello preliminare non presentano ostacoli insormontabili. Loro riconoscono questa esigenza di chiarezza e ci hanno riferito che la riporteranno” ai vertici politici del M5S. “Noi – ha detto ancora Orlando – predisporremo i dossier necessari per un’interlocuzione su tutti temi dell’agenda programmatica, attendiamo un passaggio dai vertici delle due forze politiche. Vogliamo essere già operativi dalle prossime ore”.
Le prossime tappe
“Già da domenica pomeriggio si riuniranno i tavoli di lavoro del Pd per il programma del Governo di svolta. I tavoli saranno sei e verranno coordinati dai membri della segreteria con la partecipazione dei capigruppo del Partito Democratico nelle rispettive commissioni di Camera e Senato”. Lo annuncia Andrea Martella, coordinatore della segreteria Del Pd.
Incontro Pd-M5S, i commenti dei pentastellati
Segnali positivi per un lavoro comune sono stati dati anche dalla delegazione M5S. “Dal taglio dei parlamentari dipende tutto il dialogo sul resto, abbiamo chiesto garanzie in merito. Poi è chiaro che ci sono altre cose di altro carattere che vanno rimandate ad altri tavoli, e ai rispettivi capi politici”, ha affermato il capogruppo pentastellato Francesco D’Uva. E ancora, ha dichiarato alla stampa all’uscita da Montecitorio: “Non abbiamo tavoli con altre forze politiche. Questo è il tavolo principale, anche perché anche guardando i rispettivi punti non mi sembra ci siano problemi di sorta”.
Il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli ha poi aggiunto: “Non abbiamo ancora altri appuntamenti, il clima è costruttivo, ci interessano i punti al centro della nostra politica”.
L’incontro a Montecitorio: le delegazioni di Pd e M5S
L’incontro tra esponenti Pd e M5S per verificare la possibilità d’intesa per la nascita di un’alleanza e di un governo è iniziato pochi minuti dopo le ore 14 a Montecitorio per poi prima delle 16. Per il Movimento 5 Stelle al tavolo di confronto nella sala Siani erano presenti i capogruppo di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, accompagnati dai rispettivi vicecapogruppo, il deputato Francesco Silvestri e il senatore Gianluca Perilli. “Noi – avevano spiegato nel M5S prima dell’incontro – non abbiamo una segreteria di partito quindi la nostra delegazione sarà composta in questo modo: non abbiamo altra formula” fintanto che non verrà creata la squadra dei cosidetti “facilitatori” del capo politico.
La delegazione del Pd era invece composta dal capogruppo alla Camera Graziano Delrio, quello del Senato Andrea Marcucci e il vicesegretario Andrea Orlando.
Il tavolo di confronto dopo le consultazioni
Il tavolo di confronto si è tenuto a quasi 24 ore dalla conclusione del primo giro di consultazioni del presidente della Repubblica al Quirinale per verificare la possibilità di formare una nuova maggioranza parlamentari dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sergio Mattarella ha incontrato i presidenti delle Camere e i rappresentanti delle forze politiche martedì 21 e mercoledì 22 agosto.
“Nel corso delle consultazioni mi è stato comunicato da alcuni partiti che sono state avviate iniziative per un’intesa in Parlamento per un nuovo governo”, ha detto il capo dello Stato al termine dei suoi colloqui. Mattarella ha quindi annunciato che un secondo giro di consultazioni inizierà martedì 27 agosto. “Il presidente della Repubblica ha il dovere di non precludere l’espressione di volontà maggioritaria del Parlamento. Al contempo ho il dovere di richiedere decisioni sollecite”, ha spiegato ancora il capo dello Stato.
Pd e Movimento 5 Stelle hanno dunque 5 giorni di tempo per trattare e mettere a punto le basi per un’alleanza di governo.
I paletti di Pd e M5S per l’accordo di governo
Nel corso delle consultazioni sono anche iniziate a circolare le condizioni poste sia del Partito Democratico che dal M5S per arrivare a un accordo di governo. Martedì 21 agosto al termine della riunione della direzione nazionale del Pd Zingaretti ha elencato cinque punti per trattare con i pentastellati. Il giorno dopo Di Maio, proprio al Quirinale, al termine del colloquio con Mattarella della delegazione del Movimento, ha letto dieci punti per arrivare a un’intesa.
Di Battista: “Bene le aprture della Lega, dal Pd porte spalancate”
Prima dell’incontro Pd-M5S sulle trattative era intervenuto anche Alessandro Di Battista. “Il M5S ha oggi un potere contrattuale immenso. Tutti ci cercano. Ho visto nuove aperture della Lega al Movimento e mi sembra una buona cosa. Soprattutto perché non mi dispiacerebbe un presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle. Ho visto inoltre porte spalancate da parte del Pd”, ha scritto l’esponente del Movimento sulla sua pagina Facebook.
“Io – ha scritto ancora Di Battista – sono convinto che andando al voto adesso, presentandoci compatti e facendo una grande campagna elettorale, prenderemmo valanghe di consensi. Perché Salvini è molto più debole di quanto appaia e perché se si andasse al voto il Pd ci arriverebbe spaccato in 2,3 o 4 pezzi. Ciononostante, e lo dico da cittadino, non vorrei mai che la prossima legge di bilancio la scrivesse l’Unione Europea e tale rischio è altissimo votando a fine ottobre. E ancor di più pretendo due cose: 1. il taglio dei parlamentari 2. la revoca delle concessioni autostradali ai Benetton. Sono convinto che questi due obiettivi si possano raggiungere in questa legislatura, nella prossima sarebbe molto più difficile”.