L’inchiesta sui fondi della Lega e sulla Lombardia Film Commission si sta concentrando su un nuovo particolare: il passaggio di parte degli 800 mila euro, incassati dalla vendita gonfiata dell’immobile a Cormano, nel Milanese, dall’Italia alla Svizzera e, in particolare, su una fiduciaria panamense basata nel Paese elvetico. La Procura e la Guardia di finanza di Milano vogliono chiarire in relazione alla “destinazione finale” di parte della provvista (quasi 300mila euro pare) creata con la presunta operazione immobiliare illecita.
I tre commercialisti
È stata avviata da giorni dai magistrati una rogatoria in Svizzera per seguire i flussi del denaro. Le indagini hanno portato due giorni fa agli arresti domiciliari di tre commercialisti vicini alla Lega. I tre professionisti – Arturo Maria Scillieri, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni – sono indagati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. In questo momento sono ai domiciliari, come anche Fabio Barbarossa, cognato di Scillieri, anch’egli indagato.
Inchiesta fondi Lega: cosa sappiamo finora
L’inchiesta sulla Lombardia Film Commission – fondazione a partecipazione pubblica che cura progetti cinematografici nel territorio regionale – riguarda la compravendita di un capannone a Cormano avvenuta a un prezzo gonfiato che ha garantito una plusvalenza che gli inquirenti giudicano sospetta. Nel gennaio 2017 l’immobile è stato venduto dalla Paloschi – società di cui era liquidatore Scillieri – alla Andromeda – amministrata da Barbarossa – per 400mila euro, somma mai pagata. A dicembre 2017 la Andromeda lo ha venduto alla Fondazione Lombardia Film Commission per ben 800mila euro, quindi il doppio. Una somma, questa, finanziata dalla Regione.
Il presidente della Lombardia Film Commission all’epoca era proprio Di Rubba, che secondo l’accusa avrebbe spinto per l’acquisto su indicazione della Lega, “facilitando” l’operazione a favore della Andromeda. Nel 2018 gli studi di Bergamo di Manzoni e Di Rubba furono anche perquisiti dalla Procura di Genova nell’inchiesta sui 49 milioni di fondi della Lega.
Anche Salvini nella lente della procura
Anche il nome del leader della Lega Matteo Salvini è finito nelle carte della vicenda per una cena a fine maggio scorso a Roma insieme al vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (che però all’Ansa smentisce di aver partecipato), il senatore Stefano Borghesi e Andrea Manzoni. Il particolare, come scrivono oggi ‘la Repubblica’ e ‘il Fatto Quotidiano’, emerge da un’informativa della Gdf agli atti delle indagini.
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