Proletari di tutto il mondo unitevi anzi ri-unitevi. Il mite (si fa per dire) Enrichetto Letta ha in serbo il “botto” per il dopo elezioni del Quirinale. Chiunque sarà il nuovo Presidente della Repubblica Enrico Letta ha già in tasca la riunificazione della sinistra. È per quella data, infatti, subito dopo la scelta del nuovo inquilino del Colle che nella segreteria del Nazareno hanno cerchiato in rosso (è proprio il caso di dirlo) il calendario: riunificare il PD con i fuoriusciti di Liberi e uguali-Articolo Uno, quelli di Speranza D’Alema e Bersani, per intenderci. La Road map è già pronta ed è stata studiata fin nei minimi particolari dalle parti. Il ritorno del “figliol prodigo” alla casa del Padre, era già stato pianificato nella stagione di Zingaretti.
L’allora segretario del Pd dovette agire con maggiore cautela perché all’epoca i renziani dentro il partito erano ancora troppo forti e combattivi. Ora però che i renziani dentro il partito sono stati asfaltati l’operazione ha ripreso il via e ha subito una forte accelerazione. D’altra parte non è un caso che i ministri del Pd sostengono sempre “senza se e senza ma” le posizioni, anche quelle più rigide e discusse, del ministro Speranza. Così come non è un caso che i due partivi non battibeccano mai a vicenda, nemmeno sulle questioni più controverse. Ora finalmente si può spingere sull’acceleratore: i rapporti con Renzi sono ai minimi termini e la corrente di Base Riformista è stata quasi completamente asfaltata (Marcucci non è più capogruppo, Lotti è ai margini, e dentro l’area politica è in atto una trasmigrazione verso lidi più tranquilli), condizioni considerate essenziali per poter organizzare il secondo matrimonio.
Lo strumento studiato da Letta con la “benedizione” dell’onnipresente Goffredo Bettini (che nel frattempo si sta già dando da fare per allargare il campo ai 5Stelle) per favorire l’intesa sono le famose ‘agora’, alle quali infatti si sono subito iscritti sia lo stesso Speranza che Massimo D’Alema. Saranno le Agorà a celebrare le nozze: subito dopo il Quirinale, i militanti voteranno in massa per annullare i motivi che portarono alla scissione di Articolo Uno.
Con il nuovo anno e prima delle prossime elezioni politiche (nemmeno Letta esclude più che non possano essere anticipate) si sarà quindi trasformata per intero la collocazione del Pd, da partito centrista con un forte peso prima degli ex Margherita poi di Renzi, a partito dichiaratamente di sinistra, che avrà Provenzano ed Elly Schlein come nuove “star”. Certo, i problemi non mancheranno, perché complice il taglio dei parlamentari e i sondaggi che ormai da anni inchiodano il Pd intorno al 20% già ci si chiede chi saranno gli sfortunati che dovranno rinunciare al seggio per far posto al “ritorno del figliol prodigo”.