“Io sono convinto che l’ulteriore invio di armi all’Ucraina allontani la pace”, lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, dopo aver avuto un colloquio di un’ora con il premier, Mario Draghi. Serve il “cessate il fuoco al più presto, con l’Italia protagonista”, ha aggiunto. “Io penso, dai dati che ho a disposizione e che Draghi ha certamente più di me, che Russia, Ucraina, comunità internazionale e Italia in primis – ha proseguito il segretario leghista – sono stanche del conflitto. Nel 2022 la guerra si chiude al tavolo dei negoziati”. E sull’embargo di petrolio e gas: “Bisogna vedere se fa più male alla Russia o all’Italia e all’Europa. Secondo i dati fa male più a noi”, ha affermato.
Salvini ha dichiarato ieri che anche l’allargamento della Nato a Svezia e Finlandia “allontana la pace”. I Paesi scandinavi, secondo l’ex ministro dell’Interno, “decideranno loro cosa fare”, ma “sono nazioni sovrane” e “io sono per l’autodeterminazione dei popoli”, ha detto, sottolineando di “ragionare solo in termini di pace”. “Quello che avvicina la pace va fatto subito, quello che allontana la pace va messo in lista di attesa. Portare i confini della Nato ai confini con la Russia avvicina la pace? Lascio a voi giudicare…”, ha dichiarato ieri.
Intanto dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha sentito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, è arrivato il sostegno all’ingresso dei due Paesi, ma ad ogni modo l’OK dell’Italia dovrà passare per il voto delle Camere, al contrario di quanto avviene per l’invio di armi, a cui il Parlamento ha dato autorizzazione preventiva fino al 31 dicembre 2022 con il primo decreto Ucraina emesso a fine febbraio. Sull’allargamento dell’Alleanza Atlantica la Lega però potrebbe astenersi. Una posizione che dividerebbe il governo e che ha già provocato la reazione del Pd, secondo cui le dichiarazioni di Salvini sarebbero “un assist a Putin”.